Istat: 8 milioni di italiani a rischio alcolismo
Oltre otto milioni di italiani a rischio, in particolare i giovani (15,1%) e i giovanissimi sotto i 15 anni (11,9%). Sono i dati forniti dal rapporto Istat sull’uso e l’abuso di alcol in Italia. Nel 2011 la quota di persone di 14 anni e piu’ che bevono alcolici è pari al 66,9%.
Tale quota, stabile rispetto all’anno precedente, è in diminuzione rispetto a quanto registrato 10 anni prima (72%). In netto calo appare il consumo di alcol giornaliero: tra il 2001 e il 2011, la quota di coloro che consumano bevande alcoliche tutti i giorni scende dal 34,8% al 26,7%. In aumento, tuttavia, risulta la quota di quanti dichiarano di bere alcolici fuori dai pasti. Tale dato raggiunge nel 2011 il 27,7%, registrando un incremento rispetto al 24,9% registrato nel 2001. Prosegue, quindi, il cambiamento nel modello di
consumo tradizionale, basato sulla consuetudine di bere giornalmente vino durante i pasti. Il cambiamento è ancora più evidente tra le donne: il numero delle consumatrici giornaliere passa da 5 milioni 170 mila a 3 milioni 840 mila, con una variazione del 25,7% (contro il -15,1% dei maschi) Tra il 2001 e il 2011 il numero di donne che consuma bevande alcoliche al di fuori dei pasti passa da 3 milioni 330 mila a 4 milioni 460 mila circa, mentre il numero di uomini passa da 8 milioni 880 mila a circa 10 milioni (con una variazione del 33,9% per le donne contro il 13% di quella registrata tra gli uomini). Quote crescenti di popolazione, inoltre, si caratterizzano per un consumo occasionale e non quotidiano di bevande alcoliche. Confrontando il 2001 e il 2011, l’incremento è più evidente tra la popolazione adulta di 45-64 anni e tra gli anziani di 65 anni e più. Il cambiamento nel modello di consumo è più pronunciato tra gli adulti fino a 44 anni, soprattutto donne, e tra i giovani di 14-24 anni. I cambiamenti in atto nelle modalità di consumo dei giovani sono piu’ evidenti tra i 18-24 anni. Non va sottovalutata, tuttavia, la forte crescita del consumo di alcol
fuori pasto tra gli adolescenti, fascia d’età particolarmente a rischio perchè non ancora in grado di metabolizzare adeguatamente l’alcol, considerato lo sviluppo fisico connesso alla loro età. Se nel 2001 consumava alcolici fuori pasto il 15,5% dei 14-17enni, nel 2011 la quota si attesta al 18,8%, con una crescita più evidente tra i maschi (dal 17,2% nel 2001 al 22,8% nel 2011). Il consumo di bevande alcoliche al di fuori dai pasti riguarda 14 milioni e 528 mila persone di 11 anni e piu’. Nel 2011 le persone di 11 anni e più con almeno un comportamento a rischio sono 8 milioni e 179 mila, di cui 6 milioni e 237 mila maschi e 1 milione 942 mila femmine.
Rispetto al 2010, per la prima volta le persone con almeno un comportamento a rischio presentano una riduzione significativa,
pari a circa un punto percentuale. Questa si osserva principalmente tra i maschi e tra coloro che risiedono nelle regioni dell’Italia Nord-orientale e meridionale. La diminuzione si deve principalmente alla riduzione nella quota di chi ha l’abitudine al binge drinking che passa dal 8,3% al 7,5%. Il consumo giornaliero non moderato riguarda il 13,6% degli uomini e il 3,6% delle donne. Il binge drinking riguarda il 12,2% degli uomini e il 3,2% delle donne. Le fasce di popolazione in cui i comportamenti a rischio sono più diffusi sono gli anziani di 65 anni e più (il 43,0% degli uomini contro l’10,9% delle donne), i giovani di 18-24 anni (il 22,8% dei maschi e l’8,4% delle femmine) e gli adolescenti di 11-17 anni (il 14,1% dei maschi e l’8,4% delle femmine). Il modello di consumo degli anziani è di tipo essenzialmente tradizionale, caratterizzato, in particolare, dal consumo di vino durante i pasti. Per questo motivo, in queste fasce di popolazione il tipo prevalente di comportamento a rischio è pressochè coincidente con un consumo giornaliero non moderato, soprattutto durante il pasto (81,9% degli uomini e 66,4% delle donne). La presenza molto elevata di anziani tra i consumatori a rischio va anche messa in relazione alla possibile non conoscenza da parte di questo segmento di popolazione della quantià di alcol da consumare senza incorrere in rischi per la salute. Gli anziani probabilmente mantengono comportamenti acquisiti nel corso
della vita, non consapevoli degli aumentati rischi per la salute all’avanzare dell’età. Infatti, le unità alcoliche considerate a rischio per la popolazione adulta fino a 64 anni sono 4 o più per i maschi e 3 o più per le femmine, mentre per la popolazione 65 anni e più già una quantità di 2 o più unità è considerata a rischio. E’ comunque importante sottolineare il trend discendente che si osserva negli ultimi
anni nella quota di popolazione di 65 anni e più con un consumo giornaliero non moderato di bevande alcoliche (più di 1 unità al giorno). Infatti, tra il 2003 e il 2011 tale quota passa dal 49,8% al 42% per gli uomini e dal 13% al 10,3% per le donne. Dopo gli anziani, i giovani di 18-24 anni rappresentano il segmento di popolazione in cui la diffusione di comportamenti a rischio è più alta. In particolare, il modello di consumo dei giovani vede un elevato peso del binge drinking (21,8% dei maschi e 7,9% delle femmine), che
rappresenta la quasi totalità del rischio complessivo e che è ormai in questa fascia di popolazione un’abitudine consolidata.