Le radiazioni causano meno danni al Dna di quanto previsto
Un nuovo studio del Massachussets Institute of Technology negli Stati Uniti suggerisce che le linee guida che i governi utilizzano per stabilire un’evacuazione nel caso di incidenti nucleari potrebbero essere troppo allarmiste. Le radiazioni atomiche, infatti, potrebbero
non essere così dannose per il Dna come inizialmente previsto: i ricercatori hanno esposto per lungo tempo dei topi di laboratorio a un livello di radiazione 400 volte superiore a quello di fondo, senza rivelare mutazioni o danni al loro materiale genetico.
“Attualmente, negli Usa e in molti altri paesi con un livello di radiazioni 8 volte superiore alla norma si procede all’evacuazione totale delle aree coinvolte. Tuttavia, dopo un’esposizione di 5 settimane a livelli 400 volte superiori, non abbiamo trovato danni significativi per il Dna. Non ci sono dati che sostengano che simili tassi di radiazione facciano male”, ha spiegato Jacquelyn Yanch, ricercatrice a capo dello studio pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives.
“Molti studi finora si sono concentrati sugli effetti di dosi massicce di radiazioni nel breve periodo, ma dosi moderate nel lungo periodo hanno effetti completamente diversi sui sistemi biologici. Questo studio potrebbe avere delle grandi conseguenze sulle decisioni di evacuare le persone che vivono in prossimità di incidenti nucleari: è importante capire qual è la dose esatta che provoca danni e quando invece è possibile rimanrere in zona senza rischi”.