Cancro: quanto siamo informati sui fattori di rischio?
La scarsa conoscenza dei fattori di rischio del cancro uccide: se i fattori “classici” (fumo, alcol, ambiente) sono ormai abbastanza conosciuti da tutti, in pochi conoscono ad esempio i rischi legati all’obesità e all’esposizione errata alla luce solare. E’ quanto emerge da uno studio condotto al Mercy University Hospital di Cork, in Irlanda, e presentato al congresso mondiale di oncologia Asco a Chicago.
Dall’indagine è emerso che l’81 per cento degli intervistati teme di sviluppare il cancro, e il 20 per cento che non ci sia niente da fare: in sostanza “se viene, viene”. Il 20 per cento non sa se il rischio di cancro aumenta con l’età, e il 27 ritiene che oltre la metà dei tumori siano ereditari (in realtà sono molto meno).
I primi 5 fattori di rischio elencati dagli intervistati sono: fumo 85%, alimentazione 74%, alcol 44%, 38% la genetica, il 31 per cento l’ambiente. Solo il 32%, meno di uno su tre, sa che l’obesità è un importante fattore di rischio per il cancro e il 33% non pensa che la posizione del grasso sia importante per la prevenzione del cancro.
Quanto ai comportamenti ritenuti a rischio, il 33% ritiene che indossare un reggiseno stretto sia rischioso, e il 49% ritiene che un colpo al seno possa portare al cancro alla mammella. L’87% ritiene che rischio aumenta “fortemente” per la genetica, l’85% per lo stress, e l’86%, un plebiscito, ritiene rischiosi i telefoni cellulari.
Per il 12 per cento addirittura la “fortuna” è un fattore condizionante, mentre appena il 40 per cento è conscio del legame tra consumo di carne rossa e rischio tumori. Al contrario, secondo l’indagine questa è la categoria dei cibi considerati, a torto o a ragione, più cancerogeni: formaggio (29%), soia (9%), cioccolato al latte (30%), vino rosso (25%) e uova (11%).
Sul banco degli imputati anche l’Aerosol (71%), i prodotti per la pulizia (73%), fumo (99%), metodi di cottura (68%), salumi (86%), irradiazione degli alimenti (77%), e gli alimenti geneticamente modificati (81%). Secondo i ricercatori, insomma, “c’è una parte considerevole della popolazione che è disinformata sui fattori di rischio.
La maggior parte conosce quelli ‘classici’ (a partire dal fumo), ma c’è una forte sottovalutazione dei rischi connessi a obesità e esposizione alla luce del sole, mentre si sopravvaluta il ruolo di genetica, ambiente, stress e età. Uno su cinque, addirittura, ritiene che contro il rischio di cancro “non si possa fare niente”.
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