La ricerca è stata realizzata grazie al sostegno di AriSLA

Scoperto nuovo gene della Sclerosi Laterale Amiotrofica

di oggisalute | 20 luglio 2012 | pubblicato in Ricerca
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Un team di ricercatori Italiani e di varie nazionalità Nord Americane ed Europee ha scoperto il legame tra SLA e il gene codificante per Profilina 1. Lo studio è stato condotto dal consorzio guidato da John E. Landers del Dipartimento di Neurologia dell’Università del Massachusetts grazie al contributo fondamentale di due Istituti Scientifici di eccellenza milanesi, a riprova di una più che decennale collaborazione.

Hanno contribuito in modo determinante alla scoperta Vincenzo Silani e Nicola Ticozzi unitamente a Antonia Ratti, Cinzia Tiloca dell’ IRCCS Istituto Auxologico Italiano – Università degli Studi di Milano, Centro ”Dino Ferrari”, con Claudia Fallini ora all’ Emory University di Atlanta e l’ apporto decisivo fornito da Cinzia Gellera e Franco Taroni della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico ”Carlo Besta”. Lo studio si è avvalso del contributo clinico di Gabriele Siciliano dell’Università di Pisa. La ricerca è stata realizzata grazie al sostegno di AriSLA – Fondazione Italiana di Ricerca per la SLA – nell’ambito del progetto ExomeFALS.

La SLA è una malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni (le cellule del sistema nervoso che comandano i muscoli), determinando la paralisi progressiva di tutta la muscolatura scheletrica. Per questa malattia, nota anche al grande pubblico per avere colpito famosi atleti e calciatori, non esiste, a tutt’oggi, terapia efficace.

Utilizzando una tecnologia innovativa chiamata ”exome sequencing”, che consente di sequenziare le regioni codificanti dell’ intero genoma, i ricercatori hanno scoperto che il 2-3% di tutti i pazienti affetti da una forma genetica di SLA risultano portatori di mutazioni nel gene PFN1 che nelle cellule codifica per la proteina Profilina 1.

”Profilina 1 – spiega Vincenzo Silani – è una proteina fondamentale per il citoscheletro, l’insieme delle strutture che costituiscono l”impalcatura’ delle cellule e che permettono il trasporto di organelli all’interno delle medesime. Essa regola il corretto assemblaggio delle molecole di actina nei microfilamenti ed e’ indispensabile quindi per la maturazione e il corretto funzionamento dei motoneuroni.

Con le nostre ricerche abbiamo dimostrato come le mutazioni di PFN1 trovate nei pazienti affetti da SLA alterino il legame con l’actina, riducendo la formazione di microfilamenti e, da ultimo, impedendo il corretto sviluppo delle fibre nervose (assoni e dendriti) motoneuronali. Gli esperimenti effettuati hanno anche evidenziato come la proteina mutata diventi insolubile formando aggregati che ‘soffocano’ la cellula”.

L’attuale mancanza di farmaci in grado di curare la SLA è, infatti, in gran parte diretta conseguenza delle scarse conoscenze relative alle cause e ai meccanismi determinanti la malattia. Negli ultimi anni gli studi genetici sulla SLA grazie anche al contributo Italiano, hanno iniziato a far luce su tali meccanismi, consentendo la creazione di modelli biologici di malattia su cui sperimentare nuovi farmaci.

Sfortunatamente, ad oggi, la causa genetica rimane ancora sconosciuta in circa la metà dei casi di SLA familiare. Per questa ragione, i ricercatori dell’Istituto Auxologico Italiano, dell’Istituto Neurologico ”Carlo Besta” e dell’Universita’ del Massachusetts nel 2010 hanno fondato il consorzio ExomeFALS, diretto da Vincenzo Silani, con l’obiettivo di sequenziare il genoma di tutti i pazienti Italiani affetti da SLA familiare e di individuare nuovi geni e nuovi meccanismi patogenetici indispensabili per decifrare le cause della malattia. La definizione genetica delle forme familiari avra’ un grande impatto anche per le forme di SLA sporadica, possibilmente delucidando comuni meccanismi di patologia.

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