Attenzione al mare: ogni anno sono 400 le vittime di annegamento
Sono circa 400 ogni anno le persone vittima di annegamento in Italia. Il dato arriva da Rapporto annegamenti dell’Istituto superiore di sanità (Iss), che riguarda 3/4 del litorale italiano e rileva anche una forte diminuzione della mortalità a partire dagli anni ’70, che sembra aver essersi fermato alla soglia di 400 negli ultimi 10 anni.
I tratti di litorale con il piu’ alto numero di morti per annegamento sono ”nella costa adriatica centro-settentrionale da San Benedetto del Tronto a Trieste – spiega Marco Giustini, uno dei curatori del Rapporto – alcune aree della costa sud della Puglia, la Liguria tra San Remo e Savona, la Toscana tra Carrara e Piombino, il Lazio tra Fiumicino e Terracina, la Campania tra Castel Volturno e Acropoli, la Sicilia nella costa sud-orientale e a Palermo, e la Sardegna lungo la costa meridionale”.
I ricercatori hanno calcolato anche per ciascun comune l’indice di rischio annegamenti (ira). ”Sebbene siano i litorali marini quelli interessati dal maggior rischio di annegamento – prosegue Giustini – sono fiumi e laghi, molto meno frequentati, gli ambienti potenzialmente a rischio elevato. Qui infatti ci sono acque dolci, mediamente piu’ fredde e con forti correnti, non sono quasi mai sorvegliati, e l’eventuale soccorso e’ spesso problematico”.
Un ruolo fondamentale nella prevenzione degli annegamenti, aggiunge Enzo Funari, curatore del Rapporto, ”è svolto dai servizi di sorveglianza. Ogni anno vengono salvate molte persone. Nell’estate del 2011 sono state 180 persone”. Il problema della prevenzione degli annegamenti viene affrontato però in modo molto eterogeneo in Italia.
Sono pochissime le spiagge dove, a seguito del ripetersi di questi incidenti, sono state promosse misure di prevenzione e assistenza, che hanno consentito di azzerare gli annegamenti. In gran parte delle aree e delle spiagge libere i bagnanti non vengono informati dei pericoli e non gli viene offerto alcun servizio di sorveglianza.