Attenzione alle creme solari: sul 30% il fattore di protezione è inferiore a quello indicato
Certe creme solari in commercio proteggerebbero dai raggi del sole meno di quanto indicato sulle confezioni: a lanciare l’allarme oggi, sulle pagine del quotidiano Liberation, è una docente in farmacia dell’università di Nantes, Laurence Coiffard.
Secondo l’esperta ”tra il 25 ed il 30% dei prodotti in vendita presenta in realtà un indice di protezione inferiore a quello indicato”. Liberation, che per primo pubblica queste conclusioni, spiega che la Coiffard è giunta a questi risultati dopo aver effettuato test in laboratorio su più di 200 creme solari anche in spray.
Un metodo diverso, fa notare il giornale, da quello usato generalmente dai produttori, i quali realizzano i loro test ”in vivo”: dei volontari vengono cioè esposti direttamente ai raggi UV per osservare gli effetti della crema sulla pelle. Nel corso delle sue analisi, la ricercatrice francese ha notato che certi prodotti sono molto meno efficaci di quanto è indicato dagli indici di protezione.
Questo scarto, secondo lei, è dovuto alla presenza di anti infiammatori di origine vegetale nel composto di certe creme che servono a ritardare l’apparizione degli arrosamenti ma che ”falsano i risultati dei test”. Alle denunce della ricercatrice gli industriali rispondono che il metodo ”in vivo” è il solo riconosciuto dalle autorità sanitarie. L’Agenzia nazionale di sicurezza sanitaria, sentita da Liberation, ritiene infatti che la tecnica in vitro, quella utilizzata dalla Coiffard, per ora non può essere considerata affidabile perche’ ”fornisce risultati variabili” da un laboratorio all’altro.
Allora bisogna fare la pelle o no alle creme solari? si chiede il quotidiano francese, non nascondendo le sue preoccupazioni dopo gli scandali sanitari che hanno scosso di recente il Paese. Si ricordano quelli legati al farmaco taglia fame Mediator e alle protesi mammarie difettose Pip.