Troppi nutrienti in gravidanza aumentano il rischio obesità nel bimbo

Gli apporti nutritivi durante la gravidanza possono trasformarsi in depositi di grasso che aumentano il rischio obesità del bambino oppure possono mutarsi in risorse che accrescono il cervello. Una ricerca della University of Southampton, pubblicata su ‘PLoS ONE’ ha esaminato con uno scanner ultrasonico 381 donne incinte che facevano parte del Southampton Women’s Survey.

Gli scienziati hanno misurato il flusso di sangue che dalla placenta arrivava al feto. Il sangue poteva distribuirsi in vari modi: poteva andare verso il fegato oppure, bypassandolo, dirigersi al cuore oppure al cervello. In seguito gli studiosi hanno confrontato i dati raccolti in questa fase con quelli relativi al grasso dei bambini alla nascita e all’età di 4 anni.

Maggiore era il flusso di sangue che arrivava al feto nella fase finale della gravidanza e maggiore era il grasso corporeo del bimbo alla nascita e all’età di 4 anni. Se la placenta era più piccola, invece, arrivava meno sangue al fegato e il sangue bypassava quest’organo per andare verso il cervello.

“Nel nostro passato evoluzionistico la necessità di avere un grande cervello alla nascita aveva portato il feto a sviluppare una risposta in termini di flusso sanguigno che preservasse l’arrivo al cervello di nutrienti quando dalla madre non arrivavano a sufficienza”, ha spiegato Keith Godfrey, che ha condotto lo studio, “il cervello piu’ grande ha portato anche all’evoluzione di una strategia di ottimizzazione del flusso sanguigno attraverso il fegato del bambino, che produceva più grasso che fungesse da riserva energetica, proteggendolo nei periodi di malattia o sottonutrizione durante la prima infanzia. I nostri dati – ha continuato – suggeriscono che l’evoluzione di questa strategia ha comportato, nella società attuale, una predisposizione all’obesità e al diabete, data abbondante nutrizione durante la gravidanza”.

Gli scienziati ritengono dunque che un eccessivo apporto di nutrienti durante la gravidanza comporti un aumentato rischio di sviluppare obesità per il bambino.