Chi è il malato ‘tipo’ di diabete
E’ sedentario, sovrappeso e con licenza media. Ed i piu’ colpiti sono gli abitanti del Meridione, dove esplodono i tassi di obesita’ e si pratica poco sport. E’ questo l’identikit del paziente diabetico italiano tracciato dall’Italian Barometer Report 2012, documento prodotto dall’Italian Barometer Diabetes Observatory di Villa Mondragone dell’Universita’ di Tor Vergata e presentato oggi al Senato.
In Italia vivono 2 milioni e 970mila diabetici, il 4,9% della popolazione. La malattia, e’ il dato che emerge, preferisce i sedentari: 8 persone su 100 che non praticano alcuna attivita’ fisica sono infatti colpite dalla patologia, contro solo l’1% degli sportivi. Anche la bilancia ha il suo ‘peso’. I grandi obesi presentano un rischio di sviluppare il diabete superiore di 60 volte rispetto a chi si mantiene in forma. Inoltre, il titolo di studio svolge un ruolo ‘protettivo’: tra i laureati la diffusione della malattia e’ di 5 volte inferiore, in confronto a chi ha solo la licenza media. E sono i cittadini del Sud ad essere i piu’ colpiti: il 7,8% dei lucani e il 7,6% dei calabresi sono diabetici, contro il 2,6% degli abitanti di Bolzano, il 3,4% dei valdostani e dei veneti, il 3,6% dei lombardi.
La lotta al diabete ”assorbe il 9% della spesa sanitaria italiana annuale – spiega Renato Lauro, presidente dell’Osservatorio e Rettore dell’ateneo romano – pesando sulle casse statali per 9,22 miliardi di euro, 2.660 per ogni paziente. Anche se si tratta di uno dei dati piu’ bassi d’Europa, rimane comunque una cifra importante. Soprattutto se consideriamo che entro il 2030 i malati aumenteranno del 23%”.
L’arma migliore per combattere la patologia, che uccide ogni anno 27.000 italiani tra i 20 e i 79 anni, rimane la prevenzione, seguire cioe’ stili di vita adeguati: ”Una dieta bilanciata, l’esercizio fisico e il controllo del peso riducono del 50% il rischio di essere colpiti dal disturbo – commenta Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanita’ del Senato -. In questo modo si possono ottenere grandi risultati anche dal punto di vista economico”. Inoltre, ”un trattamento precoce dei principali fattori di rischio – aggiunge Agostino Consoli, coordinatore del Report 2012 e Ordinario di Endocrinologia presso l’Universita’ di Chieti – come glicemia, ipertensione e colesterolo alto, riduce del 50% il rischio di gravi complicanze e di morte a distanza di 13 anni”.
L’Italian Barometer Diabetes Observatory nasce dall’impegno congiunto dell’Associazione Parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione, dall’Universita’ di Tor Vergata e da Diabete Italia. Il progetto ha il supporto non condizionato di Novo Nordisk.