Il parere degli esperti

“La dislessia non dipende dall’ansia”

di oggisalute | 23 novembre 2012 | pubblicato in Attualità
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“Affermare che la dislessia è causata dall’ansia contrasta proprio con il metodo sperimentale condiviso dalla comunità scientifica”. Lo affermano i prof. Deny Menghini e Stefano Vicari, dell’Irccs Ospedale Pediatrico Bambino Gesu’, criticando la ricerca realizzata dall’Istituto di ortofonologia (Ido), dall’Istituto Wartegg di Roma e dal dipartimento di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università degli Studi di Padova secondo cui l’ansia di separazione dalle figure genitoriali è l’origine della difficoltà psicologica che causa la dislessia (Dsa) nell’80% dei bambini.

“La compresenza dei due fenomeni, dislessia e ansia – sottolineano i due esperti – non implica necessariamente un loro rapporto causale. E’ come affermare che se l’80% dei dislessici ha gli occhi marroni allora avere gli occhi marroni è la causa della dislessia! Una ricerca può essere definita scientifica quando utilizza il metodo sperimentale, ovvero una procedura fondata sull’esperienza e su osservazioni che possono essere sia ripetute che generalizzate”. Affermare che la dislessia è causata dall’ansia, secondo Menghini e Vicari, “contrasta proprio con il metodo sperimentale condiviso dalla comunità scientifica. La dislessia è definita come un’inattesa difficoltà di lettura non riconducibile a fattori fisici o socio-educativi. Per sua natura impedisce un rapido ed efficace accesso al materiale scritto, compromettendo in questo modo il processo educativo, con forti ripercussioni sulla futura vita sociale e professionale della persona”.

La dislessia, aggiungono i due esperti, “e’ stata descritta in ogni gruppo etnico, in ogni linguaggio e in ogni regione geografica del mondo ed è il più frequente disturbo dell’apprendimento. Infatti, riguarda tra il 5 e il 17% della popolazione scolastica, percentuale che dipende dalle caratteristiche specifiche della lingua (maggiore nelle lingue anglosassoni, minore nelle lingue latine come l’italiano). Negli ultimi venti anni, un numero crescente di ricerche – rilevano – ha evidenziato la forte componente genetica della dislessia e la sua natura biologica con alterazioni funzionali e strutturali di diverse aree cerebrali. Inoltre, nelle persone dislessiche, sono compromessi molteplici processi cognitivi come abilità linguistiche, percettive, attentive, di apprendimento procedurale. In sintesi, affermare che l’ansia sia la causa della dislessia – concludono i due esperti – è semplicemente formulare un’opinione che, per quanto rispettabile, ha bisogno di verifiche sperimentali prima di essere assunta come verità scientifica”.

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