Il 19 gennaio a Roma “Nutrire la salute”: prevenire e curare col cibo

di oggisalute | 3 gennaio 2013 | pubblicato in Nutrizione
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Si svolgerà a Roma il 19 gennaio a partire dalle 14 un importante seminario dal titolo “Nutrire la Salute”  i cui temi principali saranno gli approfondimenti di alimentazione e nutrizione umana, con particolare attenzione ai temi della prevenzione dei tumori, dell’ipertensione, del colesterolo, del diabete. Uno sguardo approfondito sarà rivolto anche alla celiachia e ai suoi risvolti psico-sociali.

Il seminario si terrà presso lo studio Ximenes, in via E. Ximenes 10, prestigioso ambulatorio di Chirurgia Estetica diretto dalla Dott.ssa Annamaria Tarallo che interverrà a proposito della bellezza in ogni suo aspetto il cui sito internet è http://www.annamariatarallo.it/. Il relatore sarà il Dott. Paolo Bianchini, Biologo Nutrizionista e Referente dell’Umbria per la Commissione Nutrizione dell’Ordine Nazionale dei Biologi, il cui sito internet è www.bianchinidottpaolo.com

L’evento è centrato sulla prevenzione e sul potere medicinale degli alimenti e dei loro componenti che come spiega appunto il Dott. Bianchini “non è certo un’idea nuova, ma ha attraversato le generazioni come una strategia per migliorare la salute e la produttività da quando, circa 2500 anni fa, Ippocrate proclamò: ‘Lascia che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo’.

Innegabilmente, l’elaborazione di appropriate strategie che utilizzino gli alimenti per ottimizzare la nutrizione con lo scopo di esprimere al massimo il potenziale genetico di ognuno, migliorare la performance fisica e cognitiva e ridurre il rischio di patologie croniche è veramente ammirevole, in un’epoca in cui, viceversa, i costi per la salute sono in continua crescita.

Oggi si stima che circa il 30% delle morti per cancro siano associate alla dieta, similmente a quanto si valuta per il fumo. La stretta relazione tra dieta e cancro è suggerita dalla grande variazione della frequenza dei vari tipi di cancro in diversi Paesi e dai cambiamenti spettacolari nell’incidenza del cancro in popolazioni di migranti. Per esempio, è stato dimostrato che gli Asiatici hanno un’incidenza 25 volte inferiore del cancro della prostata e 10 volte inferiore del cancro della mammella rispetto agli abitanti dei Paesi occidentali, ma i tassi di questi tumori aumentano drammaticamente seguendo le migrazioni verso ovest.

È stato dimostrato, inoltre, che i fattori genetici ereditari sono responsabili di solo il 15% circa di tutti i casi di cancro. Queste osservazioni dimostrano che molti tipi di neoplasie non sono di origine ereditaria e che i fattori legati allo stile di vita, come le abitudini alimentari, hanno una profonda influenza sul loro sviluppo.

Diversi studi epidemiologici hanno consistentemente associato un abbondante consumo di alimenti di origine vegetale, come frutta, cereali integrali, legumi, noci, tè, con la riduzione del rischio di sviluppare diversi tipi di cancro. Queste osservazioni suggeriscono che gli alimenti di origine vegetale siano una fonte essenziale di molecole con proprietà chemopreventive. Questa ipotesi è suffragata da diversi studi sperimentali condotti su modelli cellulari e animali in cui molecole isolate da varie sorgenti alimentari hanno evidenziato la capacità d’interferire con lo sviluppo di diversi tumori.

Le diete occidentali ricche in cereali raffinati, zuccheri semplici e acidi grassi saturi e trans, e povere in frutta, verdura, fibra alimentare, acidi grassi della serie w-3 e cereali integrali, promuovono l’infiammazione. Le cellule infiammatorie ed immunitarie di soggetti che consumano diete di tipo occidentale, sono ricche di acidi grassi polinsaturi w-6 pro-infiammatori e acido arachidonico, mentre sono povere di acidi grassi polinsaturi w-3 come l’acido eicosapentenoico (EPA) e docosaesanoico (DHA). Un alto rapporto w-6/w-3 porta alla formazione di uno stato pro-infiammatorio che può sostenere lo sviluppo di diverse patologie, come malattie cardiovascolari, diabete e certi tipi di cancro. In aggiunta all’importante ruolo degli acidi grassi polinsaturi, ci sono sempre maggiori evidenze che diversi componenti bioattivi alimentari riducano i processi infiammatori, e che quest’effetto antinfiammatorio contribuisca alle loro proprietà anticancro.

Nell’arco degli ultimi 50 anni il panorama alimentare mondiale ha subito profondi sconvolgimenti. I Paesi occidentali sono passati da una società prevalentemente rurale, non sempre e necessariamente ben alimentata, ad una realtà industrializzata in cui una percentuale importante di popolazione è passata, addirittura, dalla malnutrizione per difetto alla malnutrizione per eccesso, responsabile dell’insorgenza di patologie cronico-degenerative quali diabete, patologie cardio-vascolari, neoplasie, sovrappeso e obesità.

Nei Paesi mediterranei, anche se la dieta è ancora caratterizzata dalla centralità dei prodotti vegetali, l’interazione con gli aspetti culturali ed economici, insieme con l’introduzione delle tecnologie più avanzate, ha cambiato rapidamente e profondamente i modelli di consumo originari.

L’alimentazione si è progressivamente arricchita di cibi ad alto contenuto di proteine, grassi saturi e zuccheri semplici, responsabili di un aumentato intake calorico non accompagnato da un adeguato dispendio energetico. L’aumentato intake energetico rispetto ai fabbisogni da una parte e la sedentarietà dall’altra, hanno come conseguenza l’insorgenza, sin dall’età infantile, del sovrappeso e dell’obesità e di tutte le patologie correlate.

Viviamo, quindi, in un’epoca di apparente benessere, dove all’allungarsi della speranza di vita si registra anche l’aumento del rischio di tali patologie. La dieta mediterranea (oggi patrimonio culturale dell’UNESCO), quale modello culturale, ha subito e continua a subire colpi destabilizzanti dovuti alla globalizzazione dei consumi. Le scelte alimentari si orientano verso ciò che il mercato offre, a seconda dell’efficienza e rapidità dei trasporti, delle reti di distribuzione e dell’efficacia delle tecnologie di conservazione e diventano sempre più slegate dalla stagionalità e dalla tradizione.

La dieta mediterranea è l’espressione delle culture, delle tradizioni e dello stile di vita delle popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo, quale risultato del modus vivendi in un’area geografica caratterizzata da clima temperato e da disponibilità d’acqua, dove la coltivazione del suolo e/o l’allevamento del bestiame hanno consentito lo sviluppo della civiltà mediterranea. Le abitudini alimentari sono, quindi, la conseguenza della disponibilità della produzione agricola, in relazione ai fattori climatici ed al variare delle colture e, perciò, hanno come caratteristica principale la freschezza e la stagionalità. Gli elementi distintivi fondamentali della dieta mediterranea sono alimenti di origine vegetale, la pasta, presente in diverse tipologie, verdure a foglie di stagione condite con olio di oliva, frutta ed un consumo moderato di vino.

In ambito di prevenzione, la dieta mediterranea è in grado di svolgere un’importante funzione, proprio perché rappresenta un modello alimentare salutare che contribuisce al mantenimento dello stato di salute e al miglioramento della qualità di vita. Per ciò che riguarda le neoplasie, è stato messo in evidenza come un pattern alimentare aderente alla dieta mediterranea e un’alimentazione con sola supplementazione di olio d’oliva a differenti concentrazioni di composti fenolici, possa attuare una prevenzione primaria, riducendo il primo l’incidenza della neoplasia e l’altro l’ossidazione del DNA, fenomeno alla base della carcinogenesi.

Numerosi studi evidenziano che il ruolo preventivo della dieta mediterranea è esercitato da un pattern di alimenti adeguato per il corretto funzionamento metabolico. L’azione della dieta mediterranea si esplica attraverso una varietà di alimenti (cereali, legumi, frutta e verdura in elevate quantità, olio d’oliva, ecc.) e non attraverso l’azione di singoli componenti. Si attua una vera e propria sinergia di composti, resa possibile anche dalla modalità di consumo degli alimenti tipica delle popolazioni mediterranee: l’olio d’oliva, fonte principale di grassi, non è importante solo per i suoi effetti benefici sullo stato di salute derivante dai suoi componenti, ma il suo uso nell’alimentazione mediterranea è anche associato ad un elevato consumo di verdura e legumi preparati in varie modalità. Il consumo combinato di più alimenti rende disponibile all’organismo una serie di composti, in quantità e qualità tali da consentire il fisiologico svolgimento del metabolismo.

È quindi l’azione congiunta e sinergica di macro- e micronutrienti, di componenti alimentari bioattivi e di molteplici costituenti presenti nell’alimento che influenza in modo significativo il mantenimento di un buono stato di salute. Insieme ai comportamenti alimentari, svolgono un ruolo determinante anche altri comportamenti e/o modi di vivere che, insieme a quello alimentare, caratterizzano lo stile di vita di un individuo nella sua globalità. Il termine “dieta” non significa infatti, nel suo significato originale greco, “programma per perdere peso”, né concerne esclusivamente le abitudini alimentari, ma comprende tutti quei comportamenti che caratterizzano il modo di vivere di un individuo e quindi il suo stile di vita.

È nel rispetto di questo più ampio concetto che, tra le strategie di riduzione del rischio di cancro, si devono necessariamente includere anche quei comportamenti come lo svolgimento di una regolare attività fisica, l’abolizione dell’abitudine al fumo, un moderato consumo di bevande alcoliche che, favorendo uno stile di vita più salutare, contribuiscono a ridurre il rischio di cancro.


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