In arrivo nuove terapie per la calvizie da stress

di oggisalute | 18 gennaio 2013 | pubblicato in Prevenzione
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Lo stress e i suoi sintomi psicosomatici sono tra i peggiori nemici dei nostri capelli: con la crisi aumenta la calvizie. Soprattutto la calvizie ha avuto una maggiore incidenza con un aumento stimato intorno al 16%. Da qui un maggiore ricorso a trattamenti e a interventi per arginare il problema.

E, in tempi di crisi, si deve guardare oltre che all’efficacia anche al portafogli. Per questo e’ in sensibile aumento, di circa il 22%, la richiesta del cosiddetto trattamento PRP, con le piastrine, al posto del piu’ costoso e invasivo trapianto. A rivelare i dati e’ l”IHRF, fondazione di ricerca per la patologia sui capelli”, presieduta dal Dott. Fabio Rinaldi, docente presso La Sorbona e dermatologo a Milano. Durante il prossimo “2° Congresso Internazionale di Dermatologia sull’uso di fattori di crescita, terapia cellulare e plasma ricco di piastrine”, che si terra’ a Milano i prossimi venerdi’ 18 e sabato 19 gennaio, verranno analizzati anche gli effetti dello stress da disoccupazione e l’impatto dell’impoverimento collettivo sulle nostre teste.

Un’indagine condotta a partire dall’inizio dello scorso anno ad oggi, con la collaborazione di 100 dermatologi, ha rilevato come la crisi abbia impattato duramente sia sui portafogli degli italiani sia sul loro derma e sui loro capelli. E’ noto che lo stress gia’ di per se’ favorisca la comparsa di molte malattie della pelle come la dermatite seborroica, la psoriasi, l’alopecia areata e la perdita dei capelli. Lo specifico stress dovuto alla crisi economica e alla perdita o alla ricerca spasmodica del lavoro o, piu’ in generale, alla condizione di instabilita’ della societa’ in generale altera ancora di piu’ le risposte del corpo e le difese immunitarie. Nello specifico la ricerca, prendendo in esame un campione di circa 500 pazienti adulti che hanno subito la perdita del lavoro, la riduzione dello stipendio o la cassa integrazione (64% donne, 36% uomini, di eta’ compresa tra i 30 e i 60 anni), ha evidenziato la prima comparsa di chiazze di alopecia areata nel 5% dei soggetti (la media normale e’ del 2%), una caduta importante e cronica dei capelli (defluvium telogenico) nel 46% dei casi (la media e’ del 20%), dermatite seborroica e psoriasi nel 15% (media 2-3%), prurito diffuso nel 31% (media 3%) e l’insorgere del lichen ruber planus (una malattia cutanea di origine autoimmune che colpisce di solito l’1% della popolazione) ben nel 3% dei pazienti studiati.

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