Etciù…benvenuta primavera!
Per un italiano su sei l’arrivo della primavera corrisponde al ritorno della rinite allergica che comporta, in genere, sintomi intensi a carico degli occhi, del naso, peggiorando nettamente la qualità di vita, compromettendo la capacità di studio, di lavoro, di compiere sport ed altre attività all’aperto.
Patologia infiammatoria della mucosa nasale, con un trend di crescita calcolato al 5 per cento negli ultimi 5 anni, sta diventando rapidamente un problema sanitario a livello globale a causa del suo impatto diretto sulla qualità della vita dei pazienti, sul loro rendimento lavorativo, cui deriva un ingente costo economico, aggravato dalla frequente associazione rinite allergica – asma bronchiale.
Nella popolazione mondiale la prevalenza della rinite allergica è stimata tra il 15 ed il 25 per cento. L’identikit del soggetto affetto da rinite allergica risponde al profilo di una giovane donna (lieve prevalenza rispetto agli uomini), con un’età compresa tra i 15 ed i 30 anni, e fattori ereditari allergici nel 20 per cento dei casi.
Una delle principali cause di mancata diagnosi, secondo gli esperti, è la tendenza delle persone affette da rinite allergica a non considerarla una patologia vera e propria. I dati riportano che nella maggior parte dei casi il paziente fa autodiagnosi e si gestisce in autonomia. Un paziente su tre, infine, si presenta dal medico, ma solo quando i sintomi di cui soffre sono giudicati come intollerabili.
Afferma Angelo Camaioni, direttore U.O.C. ORL del San Giovanni Addolorata di Roma e presidente della Societa’ Italiana di Otorinolaringoiatria: “arrivare ad una corretta diagnosi di rinite allergica non è difficile”. All’affacciarsi dei primi sintomi le figure a cui rivolgersi sono in prima battuta il medico di medicina, poi allergologo, pneumologo e otorinolaringoiatra. In particolare, attraverso la visita dall’otorinolaringoiatra si può anche verificare le comorbilità di interesse diretto quali, ad esempio: otiti, poliposi nasale, rinosinusiti, disturbi del sonno e la sindrome rinobronchiale.
“La rinite rappresenta – dice Walter Canonica, direttore della Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio e Allergologia Di.M.I. Università degli Studi di Genova e presidente eletto della Società Italiana di Allergologia – un fattore certo di rischio per l’asma. Diagnosticare e curare correttamente la rinite allergica significa quindi tenere sotto controllo una patologia ancora più impattante e “costosa” come l’asma.
Le nuove linee guida ARIA 2013 in corso di definizione, basate sul sistema GRADE (Grading of Recommendations Assessment, Development and Evaluation), confermano e sottolineano la validità del trattamento della rinite allergica per via topica intra-nasale“.