Psoriasi
Quasi un paziente su due è discriminato sul lavoro
E’ una malattia cronica della pelle che colpisce più di 100 milioni di persone al mondo, circa 2 milioni e mezzo in Italia. La psoriasi si manifesta con la comparsa di chiazze, inizialmente rossastre e rotondeggianti e ricoperte di squame di colore bianco-argenteo con il progredire della patologia.
Le zone più frequentemente colpite sono quelle ‘esposte’, come gomiti, ginocchia, cuoio capelluto. E questo crea molti disagi a chi soffre di questa patologia. Ma ciò che più grave è che, quasi una persona su due (il 42 per cento), è stata penalizzata o discriminata dal punto di vista delle opportunità di assunzione e carriera a causa della psoriasi o dell’artrite psoriasica.
E’ quanto rivela un sondaggio dall’Associazione per la difesa degli psoriasici (Adipso), secondo cui, questa malattia cronica della pelle ha, inoltre, avuto un impatto negativo sulla vita di relazione per il 74 per cento degli intervistati, ha ‘negato’ la possibilità di fare sport al 63 per cento, ha influenzato negativamente l’umore del 70 per cento e nell’abbigliamento l’84 per cento delle donne e 41 per cento degli uomini.
Un aiuto per i pazienti arriva dal Progetto PSO beautiful, promosso da Adipso, Adoi, Associazione dei Dermatologi Ospedalieri Italiani e Sidemast, Società italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse e realizzato col sostegno di Msd.
L’iniziativa è nata con l’obiettivo di supportare e aiutare i pazienti, che spesso non seguono come dovrebbero le terapie, perchè il lasso di tempo che li separa dai risultati è spesso fonte di scoraggiamento.
“Il progetto Pso Beautiful, come tutti i progetti orientati verso il malato di psoriasi – ha dichiarato la presidente Adipso, Mara Maccarone – non solo è importante, ma indispensabile per favorire e migliorare la qualità della loro vita.
Il problema principale è quello del ‘confronto quotidiano’ con le persone che ti circondano negli ambienti di lavoro, nelle scuole per i giovani, in palestra, dal parrucchiere e d’estate soprattutto al mare e in piscina. Anche la scelta dell’abbigliamento condiziona pesantemente la vita quotidiana preferendo anche nella stagione calda maniche lunghe e pantaloni. Perfino le scelte sociali condizionano la vita relazionale dei malati portandoli a evitare incontri e luoghi pubblici.
La società di oggi impone degli stereotipi in cui l’immagine estetica positiva viene considerata la componente principale nel pregiudizio dell’opinione pubblica. La psoriasi e l’artrite psoriasica – afferma Mara Maccarone- vengono percepite dal pubblico in modo distorto, perchè l’impatto negativo di tali malattie determina oltre ai problemi psicologici anche quelli estetici, soprattutto nella donna”.
Anche per quanto riguarda questa patologia, la diagnosi precoce è importantissima perchè permette che le terapie farmacologiche abbiano maggiore efficacia, proprio perchè assunte nelle fasi di esordio della malattia.
Sottolinea Ornella De Pità, past president Adoi: “il paziente deve rivolgersi tempestivamente a un dermatologo per non lasciar suonare a vuoto eventuali campanelli d’allarme come l’interessamento ungueale o lesioni difficilmente rilevabili da parte di un occhio inesperto e per evitare di arrivare a comorbilità importanti come l’artrite psoriasica“.
Circa il 30 per cento di questi pazienti, infatti, è affetto da artrite psoriasica, caratterizzata dalla compresenza della psoriasi e dell’artrite.
“La quasi totalità delle psoriasi – continua la De Pità – si può trattare efficacemente. A seconda della gravità sono disponibili prodotti topici, per le forme lievi-moderate, e farmaci sistemici, per le forme più gravi, in grado di tenere sotto controllo la patologia e assicurare una buona qualità della vita“.