La metà dei morti per diabete è under 60
Sono 371 milioni i casi di diabete in tutto il mondo. Quattro persone con diabete su cinque vivono in Paesi in via di sviluppo. Mentre 4,8 milioni sono le persone che muoiono ogni anno per diabete. Di questi, la metà (2,3 milioni), ha meno di 60 anni.
“L’Italia ha superato – commenta Giorgio Sesti, presidente comitato scientifico Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation – i 3 milioni. Siamo a 3,3, senza considerare 1 milione di persone che nel nostro Paese ha il diabete non diagnosticato”.
Questi dati sono emersi, all’Italian Barometer Diabetes Forum; summit internazionale di esperti, politici, economisti sanitari, giunto alla sua sesta edizione, in programma oggi e domani a Villa Mondragone (Monte Porzio Catone). Un Forum 2013 che ha come obiettivo principale – spiega Renato Lauro, Rettore Università di Roma Tor Vergata e presidente IBDO Foundation- l’identificazione di strategie per affrontare il diabete, che siano frutto della collaborazione tra addetti ai lavori e istituzioni a livello sempre più globale, e non solo dal punto di vista clinico, ma soprattutto sociale, economico e politico”.
A tal fine verrà siglato, nell’ambito della manifestazione, un “memorandum of understanding” tra IBDO Foundation e Observatorio de Diabetes de Colombia, “per un impegno comune tra i nostri Paesi- aggiunge Lauro – nel tracciare una roadmap, in grado di individuare priorità di intervento nella lotta alla malattia”.
Tra i temi messi in luce al Forum 2013 l’ingente costo della patologia e la geomedicina.
Afferma Giorgio Sesti: “l’insostenibilità dei costi del diabete è legata particolarmente alla tardività degli interventi. La strada da percorrere è quella di battere la via della prevenzione e della diagnosi precoce, che permettono interventi rapidi e maggiormente efficienti”.
Aggiunge, poi, il presidente del comitato scientifico IBDO Foundation: “il boom di diabete, soprattutto nei Paesi asiatici, è certamente frutto di una occidentalizzazione dei costumi. Per questo la geomedicina si impegna a studiare l’evoluzione delle malattie analizzando le influenze ambientali: studiandone non solo gli aspetti genetici o l’impatto dell’alimentazione, ma l’influsso nel suo complesso del clima, dell’ambiente fisico, delle implicazioni sociali, culturali ed economiche.
Tutti questi fenomeni concorrono all’epidemia di diabete, non dobbiamo limitarci a osservarli ma dobbiamo anche comprenderli”.