Oltre la metà degli italiani ha paura dei furti nelle proprie case
In spiaggia, dopo un bel bagno, sotto l’ombrellone, con il libro in mano. Quadretto idilliaco se non fosse per quella paura improvviva che scatta nella nostra mente. E se mi entrassero i ladri in casa? Questo pensiero, infatti, è fonte di stress per ben il 51 per cento degli italiani.
Secondo una ricerca, condotta dall’Osservatorio Italiani e benessere emozionale di HRD Training Group, attraverso 12 focus group sparsi sul territorio nazionale, su un campione di uomini e donne rappresentativo del target, di età compresa tra i 24 e i 55 anni, sono molte le persone che non riescono a ‘staccare la spina’ durante la pausa estiva. E dall’indagine risulta, infatti, che tra le cause di stress più diffuse c’è appunto quella legata ai furti in appartamento.
L’estate, oltre ad essere tanto attesa da chi durante l’anno ha faticato per permettersi qualche giorno di meritato riposo, è anche un momento in cui si ha molto più tempo a disposizione per se stessi.
Spesso però, sebbene ci si ritrovi in contesti di relax non tutti riescono a godersi la pace. Al contrario, infatti, il periodo di riposo può rivelarsi deleterio, in particolare se ci si ritrova a dover affrontare le proprie preoccupazioni e i momenti di stress.
“Le cause di stress legate al controllo – spiega Roberto Re, mental coach di manager e di sportivi e presidente dell’Osservatorio – sono senza dubbio le più comuni. A molte persone accade spesso di sentirsi in ansia più in vacanza che in città, questo perché non si riesce a mettere totalmente da parte il lavoro e i pensieri di tutti i giorni.
Si tende a pensare, soprattutto in momenti storici di grande precarietà come quello attuale, che distogliere l’attenzione dagli impegni lavorativi coincida – aggiunge – con il perdere delle opportunità professionali, di cui inevitabilmente approfitterà qualcun altro, scalzandoci.
Vacanza, invece, dovrebbe essere sinonimo di riposo della mente al fine di riprendere le proprie attività, al rientro, con un’energia maggiore”.
Ma non sono solo i ladri a preoccupare il ‘vacanziero ansioso’: secondo il focus group, il 44 per cento non riesce a godere della vacanza per le preoccupazioni economiche che portano a pensare costantemente a quanto si potrebbe risparmiare rimanendo in città.
“Purtroppo la crisi – sottolinea il mental coach – fa sentire oggi più di ieri il peso delle ferie, che vengono avvertite non come un modo di ‘premiarsi’ dopo le fatiche dell’anno passato, ma come una voce di spesa evitabile“.
Secondo la ricerca dell’Osservatorio, poi, c’è un 32 per cento che vive con stress gli spostamenti a causa del disagio fisico provocato da malessere come ad esempio mal d’auto, mal di mare; in particolare il 12 per cento ha paura di prendere l’aereo.
“Chi soffre di questa fobia, detta aviofobia, in realtà – spiega Roberto Re – soffre di un disturbo ansioso che si amplifica in situazioni di scarso controllo. Anche in questo caso basterebbe pensare all’arrivo e vivere il volo come un semplice spostamento fine a se stesso.Vivere nel presente è una strategia utile”.
Anche se meno diffuse, le paure legate agli spazi estesi o limitati è piuttosto comune: l’11 per cento del campione intervistato, infatti, ritiene di essere claustrofobico o agorafobico, motivo per cui, in occasione di viaggi nelle grandi città o capitali che dir si voglia, non riesce a entrare in negozi, viaggiare sul bus, visitare musei, ecc.
Lo stress che emerge nel momento in cui si esce dalle mura domestiche sfocia spesso nell’incapacità di relazionarsi e confrontarsi con persone nuove o sconosciute.
“Il proprio ambiente – dice Re – rappresenta per ciascuno di noi una forte protezione che, come tale, si fa fatica ad abbandonare”.
Il 5 per cento del campione intervistato esprime un forte fastidio nel contatto fisico, in particolare con gli sconosciuti: si tratta della cosiddetta misofobia che in vacanza può subire un incremento notevole. Si diventa maggiormente schizzinosi: contatto con ambienti potenzialmente sporchi, paura di contaminazioni o di germi, seppur in maniera moderata, pongono limiti anche in questo caso al relax della vacanza, per non parlare del cibo. Alcuni addirittura non fanno il bagno in mare o si immergono solo in parte perché ossessionati dall’igiene (2 per cento).
Ed ecco il suggerimento del mental coach: “al di là di casi definiti patologici e che richiederebbero senza dubbio l’aiuto di uno psicoterapeuta, la prima azione per godere la vacanza e cercare di allontanare i pensieri negativi è quella di evitare di focalizzarsi sul malessere che genera la tensione. Un buon metodo è cercare di tenere la mente libera e indirizzarla verso l’obiettivo della vacanza stessa, che deve essere occasione di divertimento e relax. Ai soggetti che vedono nella vacanza una fonte di stress semplicemente perché li allontana dalla sicurezza generata delle proprie abitudini, consiglio sempre di imparare a non darsi troppe regole e troppo rigide che impediscono di vivere l’imprevedibilità dei giorni di vacanza”.