Nuovo test genetico non invasivo
Rivela le anomalie cromosomiche del feto
Con un semplice prelievo di sangue della madre e senza esporre il feto ad alcun rischio, è in grado di identificare le più comuni trisomie del feto (sindrome di Down, Sindrome di Edwards, Sindrome di Patau), le anomalie di numero dei cromosomi sessuali e il sesso del nascituro.
E’ un nuovo test genetico non invasivo, il MaterniT21 Plus, e il Centro Diagnostico Italiano di Milano è il primo centro in Italia a renderlo disponibile.
Rispetto ad altri test oggi disponibili – fanno saper dal CDI – questo esame è l’unico valido per più di due gemelli: ciò lo rende particolarmente indicato in caso di fecondazione assistita, trattamento caratterizzato dalla presenza di più gemelli e in cui l’utilizzo di metodi tradizionali e invasivi come l’amniocentesi e la villocentesi può risultare rischioso.
Il test si effettua nella decima settimana di gravidanza e consente di avere i risultati in dieci giorni.
Ha una sensibilità del 99.1 per cento nell’identificare la trisomia 21 (Sindrome di Down), del 99.9 per cento per la trisomia 18 (Sindrome di Edwards) e del 91.7 per cento per la trisomia 13 (Sindrome di Patau), che a oggi risulta la più difficile da rilevare.
Il MaterniT21 Plus riesce a individuare, all’interno del sangue della madre, materiale genetico del feto, relativo ai cromosomi 21, 18, 13 e del sesso X ed Y.
Se queste “tracce” sono presenti in quantità superiori a quanto atteso, allora è possibile affermare che siano presenti alterazioni genetiche nel bambino.
Inoltre il test individua anche anomalie nel numero dei cromosomi sessuali, a cui sono associate le sindromi di Klinefelter, Jacob’s, Turner, Triplo X. Si tratta di patologie relativamente frequenti nella popolazione e non correlate ad età materna avanzata over the counter viagra.
Anche le donne che hanno avuto precedenti gravidanze possono utilizzare il MaterniT21 Plus, senza che questo alteri il risultato dell’analisi, in quanto il DNA fetale libero scompare subito dopo che la donna partorisce, a differenza delle cellule fetali che possono rimanere nel sangue della madre anche dopo anni dalla gravidanza e su cui si basano altri test di diagnosi di prenatale non invasiva, meno sensibili e affidabili.
Il test è approvato dall’American College of Obstetricians and Gynecologists Committee on Genetics e dalla Society for Maternal-Fetal Medicine Publications Committee ed inoltre il laboratorio in cui viene eseguito (presso la Sequenom Inc. di San Diego – USA) è certificato dal Clinical Laboratory Improvement Amendments (CLIA) che garantisce la qualità e la validità dell’analisi.