Tutti in classe
E tornano raffreddore e influenze stagionali
Si ritorna a scuola e tra i banchi scolastici torna anche il raffreddore.
Quattro bambini su dieci si ammaleranno per almeno tre giorni, da 3 a 8 volte in un anno, complice il fatto che le aule scolastiche sono incubatori naturali di germi.
I risultati dell’indagine Back to School Study – Hygiene Council 2012, condotta su un campione di mamme a livello globale dimostrano che una mamma su tre è preoccupata per le infezioni delle vie respiratorie, come raffreddore e influenza stagionale.
Il 68% delle madri ha inoltre dichiarato che a scuola vengono fatte lavare le mani ai loro bambini dopo che sono andati in bagno e il 60% prima di pranzo, mentre meno della metà (44%) dopo aver giocato fuori dalla classe.
E i timori delle mamme in merito alle malattie infettive contratte in ambito scolastico sembrano confermati dai dati del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) che dimostrano come nel 2012 il 40% dei bambini tra 5 e 7 anni d’età ha perso 3 o più giorni di scuola per colpa del raffreddore.
Il ritorno sui banchi di scuola riporta dunque all’ordine del giorno il rischio di contrarre molte delle comuni infezioni come raffreddore, influenza e diarrea che le vacanze ci avevano fatto piacevolmente dimenticare.
“Questo è dovuto in parte al fatto che – afferma Carlo Signorelli, vice presidente SItI, Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica – il sistema immunitario dei bambini è meno sviluppato di quello degli adulti, quindi sono più sensibili a virus e batteri e in parte all’atteggiamento dei bambini che sono per natura meno coscienti e attenti alle buone norme di igiene”.
I batteri e i virus che causano di queste infezioni si trasmettono oltre che per via aerea anche per il contatto con superfici, oggetti e abiti contaminati tramite le mani dei bambini che spesso entrano a loro volta in contatto con il volto, la bocca e il naso. Sottolinea, infatti, Carlo Signorelli: “batteri e virus possono essere trasmessi anche dal contatto tramite le mani sporche dei bambini che si contaminano venendo a contatto con superfici, ad esempio banchi o tavoli delle mense”.