Sindromi parainfluenzali
A letto 40 mila italiani
Sono già circa 40mila gli italiani a letto perchè colpiti da sindromi parainfluenzali, dovute a virus simili a quelli influenzali ma meno ‘potenti’ e debilitanti.
Per Fabrizio Pregliasco, ricercatore del dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Milano, “i casi che si registrano in queste ultime settimane non sono casi di vera influenza, bensì di sindromi simili la cui diffusione è legata agli sbalzi termici dell’ultimo periodo”.
Con l’arrivo dell’autunno ci si deve preparare a fare i conti con le influenze stagionali. Anche se – come ricorda il ricercatore – la vera stagione epidemica deve ancora cominciare e l’avvio è previsto, come di consueto, ad ottobre-novembre”.
Brividi, sensazione generale di malessere debolezza, mancanza di appetito,dolori alle ossa e alle articolazioni. Sono solo alcuni dei sintomi che “annunciano” l’insorgere dell’influenza.
E dunque, a partire dai primi freddi, ogni momento è buono per preparare termometri e fazzoletti.
Ma gli italiani come affrontano l’influenza?
Secondo un’indagine condotta su un campione di italiani tra i 18 e i 64 anni e commissionata da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione), gli italiani si dividono in tre categorie di approccio: i “razionali”, gli “ansiosi” e i “tranquilli”.
“Razionali” possono essere considerati quasi 4 italiani su 7 che per curare l’influenza si affidano principalmente ai farmaci da banco (54%) ma anche ai vecchi rimedi della nonna (39%) o cercano di riguardarsi di più restando in casa. Per questa categoria, il medico (49%) e il farmacista (31%) sono i principali referenti per ottenere informazioni utili in caso di influenza.
Gli “ansiosi”, invece, rappresentano quasi il 17% del campione, quasi uno su cinque. Sono in maggioranza donne tra i 35 e i 44 anni che pur di non fermarsi di fronte all’influenza, cercano soluzioni su internet o ricorrono addirittura agli antibiotici (35%) senza consultarsi con il medico.
Non mettono in atto nessuna strategia e aspettano che il malessere passi da solo, infine, oltre 4 italiani su 10, i “tranquilli”, soprattutto uomini tra i 45 e 54 anni che non fanno nulla per curare l’influenza, non hanno particolari preoccupazioni e si affidano al massimo al consiglio di parenti/amici (13%).
“Salvo diversa valutazione del medico che può prescrivere farmaci per i soggetti più a rischio (ad esempio antivirali), per la stragrande maggioranza dei casi – sottolinea Fabrizio Pregliasco – i farmaci di automedicazione sono il pilastro principale del trattamento delle sindromi influenzali e parainfluenzali.
Determinante è mettere in atto un’automedicazione responsabile ovvero utilizzare questi farmaci per attenuare i sintomi, seguire l’andamento della malattia e consultare il medico se le cose non migliorano dopo 4-5 giorni.