Diabete dell’adulto, le linee guida europee
’Bomba a orologeria’ dei sistemi sanitari
Una vera e propria epidemia: è il diabete, che colpisce sempre più soggetti nel mondo. Nella sola Europa le diagnosi sono state nel 2010 di oltre 54 milioni e si calcola che nel 2030 supereranno soglia 66 milioni, mezzo miliardo in tutto il mondo. La maggior parte dei soggetti colpiti ha più di sessant’anni: il diabete colpisce infatti ogni anno un ultra 65enne su due.
Il fenomeno è in crescita sia per l’allungamento della vita media sia per il cambiamento nello stile di vita, quello alimentare in particolare. Per questo motivo l’Edwpop, il Comitato europeo di studio sul diabete negli anziani dell’Idop (Istituto di diabetologia per anziani), ha varato le nuove linee guida per il diabete mellito di tipo 2, la forma più diffusa, circa il 90 per cento dei casi di diabete appartiene a questa categoria.
L’Italia non fa eccezione, anzi le statistiche risultano forse più preoccupanti per il semplice fatto che abbiamo il numero più alto di ultra 65enni. Al sud, in particolare, il tipo 2 è molto comune, forse anche per l’alimentazione ricca di carboidrati e dolci. I numeri in forte crescita rischiano di pesare eccessivamente sul sistema sanitario nazionale, come sottolinea Giuseppe Paolisso, presidente nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg).
Le nuove linee guida tracciano un nuovo approccio di trattamento, per uniformare gli standard della terapia. Come spiega Alan Sinclair, direttore dell’Idop, “se non si interviene immediatamente a migliorare gli interventi di cura, l’effetto su pazienti e sistemi sanitari europei sarà catastrofico. Sono particolarmente a rischio tutti quei paesi dotati di sistemi sanitari nazionali, come il Regno Unito, per i quali il diabete rappresenta una bomba a orologeria capace di far deflagrare sistemi già allo stremo”.
Le vecchie linee guida, aggiunge Giuseppe Paolisso, “non davano il giusto peso ad alcuni aspetti fondamentali nella cura, quali il ricorso all’esercizio fisico, a terapia nutrizionale ipoglicemizzante, per ritardare le gravi complicanze alla retina, al rene, ai nervi periferici e al cuore del diabete senile o il decadimento cognitivo, così come la dipendenza da ausili tecnici per garantire alla persona autonomia e incolumità”. Gli interventi assistenziali (terapia farmacologica appropriata ed esami periodici) dovranno mirare inoltre a ridurre i ricoveri e le ricadute socio-sanitarie. Il nuovo approccio dovrà avere un doppio scopo: da un lato migliorare la salute del paziente, dall’altro rendere autosostenibili i sistemi sanitari nazionali.
Naturalmente le cure non bastano, ma bisogna anche insistere molto sulla prevenzione, attraverso una corretta educazione alimentare e fisica. I carboidrati, per esempio, dovrebbero derivare esclusivamente dall’assunzione di legumi, cereali integrali, frutta e verdura. Quanto al movimento fisico si dovrebbe riservare almeno mezz’ora di tempo al giorno per esercizio aerobico non agonistico, come una semplice passeggiata.
L’Edwpop (European diabetes working party for older people, Comitato europeo di studio sul diabete negli anziani) nasce nel 2000 con lo scopo di seguire e garantire per tutta la vita, agli anziani europei, la cura del diabete secondo standard elevati e coerenti.
L’Idop (Institute of diabetes for older people, Istituto di diabetologia per anziani) è un’istituzione di ricerca accademica, senza fini di lucro, che vuole migliorare la salute e il benessere di tutte le persone colpite da diabete di tipo 2 e altre malattie metaboliche correlate. Ha sede all’università del Bedfordshire.
Maggiori informazioni all’indirizzo http://instituteofdiabetes.org.