Ipertensione. Dagli Usa la dieta Dash, povera di sale e ricca di ‘sali’
Che il sale sia una delle principali cause dell’ipertensione non è certo una novità. Il problema è però come dare altrimenti ‘sapore’ ai nostri cibi? La soluzione non può stare semplicemente nel mangiare cibi insipidi, ma nel sostituire il cloruro di sodio con altri sali minerali, di cui magari il nostro organismo ha invece carenza.
Basterebbero tre settimane di una dieta basata su quantità modestissime di sale da cucina, con aggiunta di potassio, magnesio, calcio e antiossidanti per ridurre la pressione sanguigna e l’insufficienza cardiaca. “In 21 giorni abbiamo ottenuto risultati simili a quelli che si ottengono con i farmaci per l’ipertensione“, ha detto Scott Hummel del dipartimento di Medicina interna che ha condotto lo studio. La dieta è in linea con le nuove prescrizioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che aveva fissato un tetto massimo della quantità giornaliera di sodio e una soglia minima di potassio proprio per evitare ipertensione e malattie cardiovascolari.
Lo studio, condotto da ricercatori del National Heart, Lung and Blood Institute, ha condotto alla definizione di un particolare regime di alimentazione battezzato Dash. La sigla sta per “approcci dietetici per contrastare l’ipertensione” (dietary approaches to stop hypertension). A sottoporsi a questa dieta sono stati tredici pazienti di età compresa fra i 60 e i 70 anni, tutti affetti da pressione alta e insufficienza cardiaca. La dieta eviterebbe anche l’insorgere del diabete e controllerebbe i livelli glicemici di chi già ne soffre.
I risultati sono stati presentati a Orlando e pubblicati su Circulation Heart Failure. La dieta Dash predilige i cibi cucinati a casa per potere controllare le dosi di sale usate, che non devono superare 1,5 grammi al giorno, a fronte dei 4 e 3 consumati in media rispettivamente da uomini e donne americane. Quindi siamo al di sotto della soglia massima stabilita dall’Oms, che ha portato il tetto a 2 g (in passato era stato fissato a 5 grammi, pari a un cucchiaio da cucina). L’Oms ha di recente anche fissato una soglia minima per il consumo di potassio, pari a 3,5 grammi.
“Benché lo studio è stato condotto su un campione limitato – afferma lo Scott Hummel – dimostra che l’alimentazione può migliorare il rilassamento del ventricolo sinistro del cuore, ridurne l’indurimento delle pareti e migliorare il flusso sanguigno fra quest’organo e le arterie”. I ricercatori precisano tuttavia che non può trattarsi di una dieta ‘fai da te’ ma di un regime alimentare che va seguito da medici competenti.
Ma dash, in inglese, significa anche “piccola porzione” e, infatti, la dieta prescrive di consumare un po’ di tutto ma in dosi limitate: non più di duemila calorie al giorno, con circa sette porzioni di cereali a settimana, tre di latticini, cinque di verdura, altrettante di carne magra o pesce, cinque di frutta, quattro di legumi e – saranno contenti i più golosi – fino a cinque porzioni di dolci.