Borsellino: "Così avremo gli stessi standard di eccellenza anche nei reparti più periferici o piccoli"

Ismett, al via la teleassistenza con standard elevatissimi anche a distanza

di oggisalute | 24 ottobre 2013 | pubblicato in Attualità,E-health
telemedicina

La medicina ha sempre meno confini. Le distanze possono infatti essere annullate dalla Rete. Da oggi i medici degli ospedali Sant’Elia di Caltanissetta e San Vincenzo di Taormina potranno scambiarsi opinioni, chiedere un secondo parere o supporto ai colleghi di Ismett (Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione) di Palermo.

Prende il via il progetto pilota “Tele–Icu”, che prevede, grazie ai programmi di teleconsulto e telemedicina, di integrare competenze ed esperienze per offrire la più qualificata assistenza clinica ai pazienti più complessi ricoverati in terapia intensiva a Caltanissetta e a Taormina.

Il progetto è parte del programma “Più segnalazioni – meno opposizioni”, elaborato dal Centro regionale trapianti (Crt) della Sicilia e finanziato dall’assessorato regionale della Salute. Nell’ambito di questo programma, Ismett e Upmc Italy hanno siglato una convenzione con il Crt Sicilia il cui obiettivo è duplice: realizzare un sistema di tele monitoraggio per la cura dei pazienti più complessi ricoverati in terapia intensiva e individuare, per i pazienti in morte cerebrale, le strategie più opportune nell’attività di stabilizzazione del potenziale donatore per la migliore preservazione degli organi.

La Tele-Icu è un sistema di comunicazione che permette al medico presente in una postazione remota di poter dialogare, attraverso lo scambio di informazioni e di immagini, con il collega che si sta prendendo cura del paziente. Il sistema consente, infatti, la comunicazione audio e video e la condivisione dei dati dei pazienti, ivi incluse eventuali immagini radiologiche o i dati provenienti dai monitor dei segnali vitali, o quelli che sono registrati sulla cartella clinica elettronica.

I medici delle Terapie intensive di Caltanissetta o di Taormina hanno la possibilità di segnalare il paziente che si trova in una situazione critica, coinvolgendo le professionalità mediche o riabilitative presenti in Ismett per scambiarsi e condividere informazioni sugli esami di laboratorio, la gestione respiratoria, la valutazione emodinamica e, anche, visionare in diretta le immagini degli esami endoscopici o radiografici, per garantire la migliore assistenza al ricoverato con grave danno neurologico. Il protocollo prevede che la condivisione dei dati e delle immagini sia mantenuta fino al miglioramento dello stato di salute del paziente. “Il sistema – spiega Bruno Gridelli, direttore di Ismett – permette di visualizzare la cartella clinica di un paziente che si trova in un altro ospedale, visionare le immagine diagnostiche, poter intervenire dando un secondo parere o supportando i colleghi che si trovano a Caltanissetta o Taormina”.

Diverso è il coinvolgimento nel caso di un paziente in “morte cerebrale”: il personale medico Ismett è in questa condizione coinvolto nel tentativo di garantire la ottimale gestione dei singoli organi del potenziale donatore e migliorare le condizioni di funzione, che permettano il recupero degli stessi al fine del successivo trapianto, se ricorrono le condizioni e la volontà del defunto o dei familiari alla donazione.

In letteratura, diversi studi dimostrano i vantaggi ottenuti con sistemi di tele-monitoraggio in terapia intensiva. Nehi, un’organizzazione senza scopo di lucro con sede nel Massachusetts che si occupa di innovazione in sanità, ha recentemente proposto di far fronte alla carenza di personale clinico attraverso l’utilizzo di sistemi di Tele-Icu. “Grazie all’innovazione tecnologica – ha spiegato l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino – sarà possibile avere gli stessi standard di eccellenza e cura anche in reparti più periferici o più piccoli. Quello presentato oggi, è un progetto che ci garantirà di ridurre i costi, ottimizzare le risorse e contemporaneamente elevare la qualità di assistenza fornita ai pazienti siciliani”.

Gli studi condotti presso la University of Pittsburgh medical center sono estremamente incoraggianti. Secondo le analisi effettuate l’uso della telemedicina nelle terapie intensive ha permesso di ridurre del 64 percento la mortalità in terapia intensiva e del 46 percento la mortalità ospedaliera. Inoltre, ha permesso una drastica riduzione della durata dei tempi di ricovero (del 10 per cento) con un risparmio di circa 700 mila dollari, mentre la degenza media in reparto è stata ridotta del 20 per cento con un risparmio di circa 2 milioni di dollari.

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