Tecnoassistenza per l’anziano, un’opportunità di sviluppo per l’Italia
Trasformare la vecchiaia da peso a risorsa per la società, bagaglio di esperienza insostituibile. Così è stata considerata nelle prime società organizzate, perdendo solo in parte la propria valenza con l’invenzione e la diffusione della scrittura, ma ancora oggi gli anziani restano un tassello essenziale per la trasmissione del ‘dna’ di una società, anche se non sempre vengono considerati così importanti e, di conseguenza, non viene passato di mano il testimone, tranciando il filo dello scambio generazionale.
Può però l’anziano, con le sue esigenze, essere motore di sviluppo tecnologico ed economico del Paese? Attorno a questo interrogativo Italia Longeva, rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva istituita dal ministero della Salute, con la Regione Marche e l’Irccs Inrca, ha riunito nei giorni scorsi a Roma i principali rappresentanti della domanda e dell’offerta dei servizi di tecnoassistenza più all’avanguardia, in occasione del convegno “L’anziano e la tecnoassistenza, il Servizio sanitario nazionale e l’industria”.
Al di là dei contenuti scientifici e tecnici delle diverse relazioni, il convegno è stato una testimonianza tangibile della capacità del nostro Paese di fornire risposte efficienti al progressivo invecchiamento della popolazione, conciliando le esigenze di sostenibilità del Servizio sanitario nazionale con i bisogni concreti degli anziani. Fra le soluzioni tecnologiche presentate al ministero della Salute, non sono mancate proposte originali: indumenti che rilevano e trasmettono parametri clinici come pressione e glicemia, laboratori di diagnostica itineranti che viaggiano su furgoni fra le abitazioni dei pazienti, cucine a dimensione di anziano non deambulante con controllo automatico dei fuochi, orologi che inviano un segnale d’allarme attraverso il telefono se l’anziano cade in casa o manifesta anomalie del battito cardiaco, dispositivi che aiutano l’aderenza alle terapie emettendo segnali acustici.
Alcune relazioni sono state dedicate all’illustrazione di best practice, cioè a testimonianze concrete, di progetti già lanciati sul territorio, basati su servizi di teleassistenza e di monitoraggio di diversi parametri, dalla glicemia alla corretta assunzione dei medicinali prescritti, così da rendere sempre più concreta e sostenibile la continuità assistenziale fra ospedale, territorio e residenze sanitarie.
“L’auspicio che anima questa giornata – ha detto il presidente di Italia Longeva, Roberto Bernabei, direttore del dipartimento di Geriatria, neuroscienze e ortopedia dell’università Cattolica – è di riuscire a trasformare la terza età in una grande opportunità per uscire dalla crisi non solo con le detrazioni fiscali e le manovre finanziarie, ma anche producendo cose, oggetti tangibili e utili che entrino nel mercato e possano essere venduti, possibilmente in tutto il mondo. Il nostro Paese, il più anziano insieme al Giappone, può diventare un enorme laboratorio nel quale sperimentare nuovi prodotti, costruiti dalle nostre industrie e destinati a divenire la risposta italiana alla questione dell’invecchiamento progressivo della popolazione del pianeta. Per questo intendiamo individuare tecnologie, strumentazioni e software che possano essere inseriti in un processo di valutazione, approvazione e marketing validato da Italia Longeva, intesa come network del buon invecchiamento e come garante dell’effettiva efficacia dei nuovi strumenti nel migliorare la qualità di vita degli anziani”.
La tecnoassistenza promossa da Italia Longeva è quindi una proposta lanciata all’Italia, quasi una provocazione a farsi carico della terza età divenendo imprenditorialmente più propulsivi. Il progetto “Casa intelligente per una longevità attiva e indipendente dell’anziano” nasce con lo scopo di realizzare un prototipo di casa intelligente in cui gli anziani possano vivere in modo indipendente, sicuro e in salute il più a lungo possibile.