Cancro, Gela dice di no ai viaggi della speranza
”Abbiamo i mezzi per assistere i residenti”
Scegliere il luogo dove potersi curare è un diritto di ogni cittadino e uno stimolo per le aziende locali a migliorarsi. La mobilità sanitaria, però, è anche traumatica per il paziente, soprattutto quando è vissuta non come diritto ma come necessità: o perché sul territorio non ci sono strutture adeguate o perché non se ne conosce l’esistenza.
Partendo da questo deficit di conoscenza nasce il convegno del 21 novembre dal titolo “Cancro: Gela parla di cure, prevenzione e orientamento“. Un primo momento di incontro per divulgare l’esperienza gelese. L’ospedale Vittorio Emanuele di Gela ha un reparto oncologico dotato di strutture e personale capaci di rispondere adeguatamente a molti dei casi di cancro della città e del territorio circostante.
Il convegno prevede la partecipazione del professore Umberto Veronesi, già ministro della Sanità, un uomo che ha dedicato la sua vita alla cura e alla ricerca in oncologia per migliorare la qualità di vita delle persone assistite, affette da neoplasia mammaria. Dal suo impegno sul campo nasce l’Istituto europeo di oncologia (Ieo), di cui è il direttore scientifico, dove molti pazienti ritrovano la salute e la voglia di vivere.
L’idea che anima l’iniziativa è che a viaggiare dovrebbero essere i farmaci, e meno i pazienti, così da salvaguardare ancor di più la loro salute. Roberto Valenza, direttore dell’unità operativa Oncologia dell’ospedale Vittorio Emanuele di Gela, afferma che avere il professor Veronesi a Gela è un grande onore oltre che un’iniezione di fiducia per i pazienti in terapia, rappresentando un momento in cui vengono validate le istituzioni sanitarie locali.
“Il pensiero del convegno è partito dai pazienti – aggiunge il direttore dell’unità operativa – cioè da quei cittadini gelesi che vanno lontano a farsi curare, ignorando l’esistenza del nostro reparto. In alcuni casi è necessario spostarsi, ma in altri la terapia può essere condotta vicino al luogo di residenza“.
“Quando una persona viene colpita da una patologia tumorale si trova smarrita, non sa dove andare e spesso lascia trascorrere tempo prezioso, in cui la malattia avanza”, dice Angela Lo Bello, presidente dell’associazione Farc&C (Fondere assistenza ricerca cancro & cultura), che collabora con il reparto e si occupa proprio di accogliere e orientare il paziente, supportando anche la famiglia nelle varie fasi della malattia dal punto di vista umano e sociale. “Spesso, oltre ai costi del viaggio e di mantenimento lontano da casa, si subisce anche il trauma di spezzare i legami con familiari e amici, fondamentali per affrontare nel modo corretto il male. Col nostro sportello – prosegue Angela Lo Bello – diamo una mano a chi riceve una diagnosi di tumore, cercando di ricreare all’interno dell’ospedale un clima familiare, anche con momenti di svago, diffondendo così una cultura di apertura e confronto fra i pazienti e il territorio e di prevenzione fra tutti i cittadini”.
Il convegno, organizzato dalla Farc&C, ha il patrocinio della Regione Siciliana, il Comune di Gela, Confindustria, Meic Services, Kiwanis, Lions e Rotary e di tutti quei cittadini sensibili alla nostra causa.