Nasce l’Osservatorio nazionale Parkinson per l’informazione e la ricerca
In Italia la malattia di Parkinson tocca 230 mila persone, cambiando la loro vita e quella delle loro famiglie. La cifra purtroppo è destinata a raddoppiare entro il 2030 a causa dell’invecchiamento della popolazione; una vera e propria sfida sociale che non tocca solo il nostro Paese ma l’Europa.
Nel nostro Paese il 30 novembre sarà la quinta Giornata nazionale Parkinson, promossa da Limpe (Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson, le sindromi extrapiramidali e le demenze), Dismov-Sin (Associazione italiana disordini del movimento e malattia di Parkinson), a fianco delle associazioni dei pazienti, dell’Aigp (Associazione italiana giovani parkinsoniani) e Parkinson Italia.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha inviato un messaggio nel quale ha sottolineato che si tratta di “un evento di particolare rilievo quest’anno per la presentazione di un nuovo strumento di informazione certificata e di riferimento per i pazienti”. L’Osservatorio nazionale Parkinson è la risposta italiana al protocollo europeo sull’invecchiamento attivo e offrirà un punto di raccolta e analisi dei dati relativi allo sviluppo della patologia. La piattaforma, cui avrà accesso il pubblico laico e scientifico, sarà online nel 2014.
“Ritengo particolarmente rilevante – ha aggiunto Lorenzin – la promozione di attività per l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini ma che favorisca anche la conoscenza scientifica riguardo ai nuovi progressi raggiunti”. L’incontro è stato l’occasione per fare il punto su una patologia cronica complessa come il Parkinson e per affrontare i meccanismi alla base del suo sviluppo, gli avanzamenti scientifici e le nuove terapie.
Nonostante si tratti di una patologia tipica della terza età, va segnalato che in questi anni l’età di esordio si è andata abbassando. Come ha sottolineato Giovanni Abbruzzese, presidente Limpe, “sebbene si stimi che il 70 per cento dei soggetti parkinsoniani abbia più di 65 anni, vi è un dato ormai assodato che mostra come oggi l’età di insorgenza della malattia si stia abbassando: un paziente su quattro ha meno di 50 anni e il 10 per cento ne ha meno di 40“. L’immagine può far pensare a fattori esterni, di tipo ambientale o tossico, va anche detto che in questi decenni si sono affinati gli strumenti diagnostici che consentono di riconoscere la malattia sin dai primi sintomi e quindi ancora in fase precoce.
Sebbene la malattia non sia al momento curabile, una diagnosi precoce può favorirne un decorso più lento e quindi una durata e una qualità di vita superiore. Come afferma il presidente Dismov-Sin Paolo Barone, “molti aspetti della malattia rimangono ancora da sondare e approfondire nel loro complesso ma oggi è possibile controllarla”. Oggi il nostro Paese è ben attrezzato grazie a centri specializzati, anche se ancora alcuni passi vanno fatti soprattutto sul cammino della qualità socio-assistenziale. Su questo piano, appare cruciale il ruolo giocato dalle associazioni dei pazienti che sono più che mai in grado di dare un supporto decisivo ai malati e ai loro caregiver. Le iniziative si moltiplicano e si accrescono le occasioni di incontro e confronto anche grazie alla facilità di relazione e alla velocità offerta dal web, che permette di fare rete anche quando si tratta di confrontarsi in merito a tematiche complesse come il Parkinson.
Per maggiori informazioni: www.giornataparkinson.it.
Il video promozionale della campagna “Pro-muovi-amo la ricerca” a cui anche la nostra testata ha aderito.