In Italia nasce il primo bimbo in vitro da un ovocita del 2008
È milanese il primo bambino italiano nato in vitro, vale a dire da un ovocita congelato con la vitrificazione, una tecnica che consiste in un prelievo dopo stimolazione ormonale e successiva conservazione. Alla madre era stato diagnosticato un tumore alle ovaie e così – era il 2008 – la donna si era sottoposta al prelievo degli ovociti e alla loro crioconservazione, vale a dire la conservazione a freddo. La malattia, ma soprattutto la terapia cui la donna si sarebbe sottoposta, avrebbero messo a rischio la sua fertilità.
La donna ha vinto la malattia nel 2013 e, dopo la fecondazione artificiale dei propri ovociti precedentemente crioconservati, ha avuto impiantato l’embrione e ha condotto in piena serenità la sua gravidanza. Come afferma Filippo Maria Ubaldi, responsabile clinico di Genera, Centro di medicina della riproduzione, “madre e figlio stanno bene“. Ad assistere la donna durante tutta la procedura è stata la clinica Valle Giulia di Roma. Si stima che oltre 700 mila donne nel mondo riscontrano ogni anno un tumore e tra queste il 9 per cento si trova in età fertile, con una probabilità di vincere la malattia sempre più elevata.
La tecnica, tuttavia, può essere utile a consentire una futura gravidanza non solo a donne cui viene diagnosticato un tumore, ma anche in caso di altre patologie di tipo ginecologico, come l’endometriosi severa, interventi chirurgici alle ovaie particolarmente invasivi, predisposizione genetica a un esaurimento ovarico precoce o, molto semplicemente, a donne che prevedono di diventare madri più in là.