Salute dentale ai tempi della crisi
Il decalogo Aiop per una buona protesi
Anche in tempo di crisi i denti non perdonano. Se si è costretti a fare un intervento di ricostruzione si deve quindi cercare di trovare un buon compromesso fra risparmio e qualità, caratteristiche che non sempre vanno d’accordo. Abbondano infatti prestazioni odontoiatriche a basso costo, in Italia e all’estero: a volte sinonimo di bassa qualità e altre semplicemente un modo per andare incontro al calo della domanda dovuto appunto alla crisi economica.
Oltre 600.000 italiani già si affidano alle cure dei dentisti low cost, l’intervento più comune è senz’altro la cosiddetta corona protesica, meglio nota come capsula dentaria, ma come riconoscere un lavoro di qualità? L’Accademia italiana di odontoiatria protesica (Aiop) ci viene in aiuto, lo fa stilando un vero e proprio decalogo: dieci regole per riconoscere, al di là del costo sostenuto, una buona corona da una scadente.
Fra le regole d’oro bisogna tenere conto dell’eventuale sporgenza: la corona non deve risultare più alta degli altri denti, non deve ‘toccare prima’ l’arcata opposta. I contatti con i denti vicini devono essere precisi, occorre infatti poter usare il filo interdentale, che deve incontrare una buona resistenza ma senza rompersi o sfilacciarsi, la gengiva a contatto con il bordo della corona non deve arrossarsi o sanguinare, questa, poi, non deve naturalmente staccarsi accidentalmente e il colore della ceramica deve essere simile a quello dei denti vicini.
Il decalogo è stato presentato a Bologna in occasione del 32esimo congresso internazionale Aiop, che con i suoi 1.500 soci è la più importante accademia protesica d’Europa e una delle massime espressioni dell’eccellenza odontoiatrica italiana. In un contesto come quello attuale, dove i cittadini cercano soluzioni di risparmio economico anche nell’ambito della salute, il vademecum degli esperti Aiop vuole rappresentare uno strumento utile per riconoscere ed eventualmente porre rimedio a prestazioni di ‘non qualità’.
“Esistono procedure complesse per la produzione a regola d’arte di un ‘prototipo’, ad esempio una corona protesica in porcellana”, ha evidenziato Leonello Biscaro, presidente Aiop. “Vi sono passaggi clinici e tecnici, attrezzature e competenze specifiche, spesso sconosciute alla popolazione. Se l’odontoiatra è il garante della correttezza della diagnosi e di tutte le procedure cliniche, all’odontotecnico spetta il fondamentale compito di assicurare la qualità dei materiali utilizzati, ottemperando alla direttiva europea 93/42 che l’Italia che recepito in maniera estremamente più rigorosa di altri Paesi europei, specialmente quelli oggetto del cosiddetto turismo odontoiatrico“.
Alessandro Amato, vice presidente Codacons, punta il dito proprio su questa forma di turismo: “È ormai palese la crescita degli utenti che realizzano impianti, ponti e protesi dentarie in Paesi dell’Est Europa. Alla base del fenomeno vi sono i costi ridotti, inferiori fino al 60 per cento rispetto alle tariffe praticate in Italia”.
Il paziente, per giudicare, potrà tenere conto dei tempi: gli interventi, specialmente quelli più complessi, richiedono diversi passaggi, nel rispetto dei cosiddetti tempi biologici dei tessuti su cui si opera e delle caratteristiche dei materiali. Occorre inoltre esigere le dovute attestazioni, perché l’assistito ha diritto a richiedere sempre garanzia, certificazione dei materiali impiegati e lotti di provenienza per accertarsi che siano prodotti di qualità. Anche pulizia, ordine e sterilità dello studio, elementi imprescindibili per l’esecuzione di interventi a regola d’arte, possono aiutare il paziente a farsi un’idea di come il professionista approcci il lavoro. Infine, informarsi sull’assistenza post intervento: il paziente protesico inizia, al termine del lavoro, un nuovo percorso in cui si sottoporrà a sedute di igiene orale periodiche e a controlli del decorso dell’intervento. Deve quindi accertarsi che la struttura sia in grado di gestire adeguatamente anche questa fase.
Di seguito riportiamo il decalogo nella sua integrità:
- Dopo gli opportuni e quasi sempre necessari aggiustamenti in fase di controllo, la corona non deve risultare più alta degli altri denti, non deve ‘toccare prima’. Non c’è bisogno di ‘abituarsi’.
- I contatti con i denti vicini devono essere precisi, né troppo stretti (si deve poter usare il filo interdentale) né troppo larghi (il filo interdentale deve incontrare una buona resistenza). La mancanza di contatti adeguati è molto pericolosa, in quanto i residui alimentari possono rimanere intrappolati e causare carie e problemi alle gengive.
- Il filo interdentale non deve rompersi o sfilacciarsi. Se ciò accade, significa che probabilmente c’è qualche grossolana imprecisione nella corona o nei denti vicini.
- Tutte le superfici devono essere perfettamente levigate. È fondamentale per evitare che si consumi il dente antagonista e per evitare un pericoloso accumulo di placca batterica.
- La gengiva a contatto con il bordo della corona non deve arrossarsi, gonfiarsi o sanguinare. Se questo succede, può essere segno di imprecisione del margine della corona o di posizione non corretta del margine stesso (troppo dentro alla gengiva) o della presenza di piorrea che non era stata diagnosticata prima.
- La corona non deve staccarsi accidentalmente, se è stata cementata con un materiale definitivo, così come il provvisorio non dovrebbe staccarsi o rompersi facilmente. Se il vostro provvisorio era instabile, verosimilmente lo sarà la corona definitiva.
- Se non è stato programmato e non vi è stato comunicato previamente, non dovrebbero essere effettuati ritocchi (limature) dei denti naturali, sia dei vicini che dell’arcata opposta. In alcuni casi è necessario un ritocco dei denti naturali o di vecchi restauri, ma dovreste essere stati avvisati prima.
- Il colore della ceramica deve essere simile a quello dei denti vicini, in caso di differenze o di inestetismi dovete poterli esprimere e trovare una soluzione adeguata. Dovreste, su vostra richiesta, poter parlare anche con l’odontotecnico che ha realizzato la vostra corona.
- Se non riuscite a masticare bene con la nuova corona, se c’è sensibilità alla pressione, o addirittura al serramento dei denti, o se il cibo fibroso rimane intrappolato nel nuovo dente, c’è qualcosa che non funziona. A parte un primo momento di adattamento, una corona ben fatta deve entrare subito a far parte della bocca e deve funzionare bene.
- Ricordate che la fine di una terapia protesica in realtà è l’inizio del percorso che vi consentirà di mantenere sia i risultati delle cure effettuate, sia la salute dei vostri denti naturali. Il programma di igiene professionale e di controlli periodici dovrà essere personalizzato in base alle condizioni dei vostri denti, alle abitudini di vita (per esempio, se siete dei forti fumatori dovrete farvi controllare più spesso) e alle vostre capacità di effettuare un’igiene domiciliare adeguata.