“Da Vinci”, il robot che fa il chirurgo
In Italia 50 mila interventi
Saranno 10 mila gli interventi chirurgici realizzati in Italia nel 2013 con l’impiego di un robot. Sono queste le stime rese note nel corso di un incontro organizzato da Ab medica. Dal 1999, anno di arrivo in sala operatoria del primo robot “Da Vinci”, i casi trattati sono stati 50 mila, sempre più, anche in considerazione della crescita del numero di robot diffusi in tutto il territorio nazionale. L’Italia, con i suoi 64 esemplari, è al secondo posto in Europa e quarta nel mondo dopo i duemila degli Usa, i 138 del Giappone, i 69 della Francia. All’Italia segue la Germania con 61 apparecchi.
Ad usufruire degli interventi chirurgici, in robotica, sono soprattutto gli uomini: 1 intervento su 5 è alla prostata. “Il numero – dice Francesca Cerruti di Ab medica – raddoppia ogni anno perché il Da Vinci consente un recupero molto più rapido e risultati concreti sotto il profilo funzionale. Negli Usa – prosegue Cerruti – l’80 percento degli interventi alla prostata viene svolto in questo modo”. In Sicilia questa tecnologia è presente in due ospedali: uno agli “Ospedali riuniti Villa Sofia–Cervello” di Palermo e l’altro a Catania, nella clinica privata “Gretterlucina“.
Come lavora.
Il 60 percento del suo impiego è in urologia e andrologia, il 20 percento in chirurgia generale, il 12 in ginecologia, il 4 percento in otorino laringoiatria e un altro 4 per cento in cardiotoracica. Ad utilizzare il robot sono più di 400 chirurghi che da una consolle, posta a pochi metri dal letto operatorio, manovrano e controllano le quattro braccia del robot posizionato sopra il paziente. La visione all’interno del corpo umano è garantita da una telecamera che proietta su ampi schermi immagini tridimensionali.
I primati italiani.
Quest’anno, nell’ospedale di Brotzu di Cagliari, è stato eseguito con il da Vinci il primo doppio trapianto di rene, su un paziente 65 enne. “L’intervento – dice Mauro Frongia, primario del dipartimento di chirurgia generale – è durato sei ore. Prima è stato fatto un piccolo taglio sotto lo sterno e inserito il primo rene, quindi il paziente è stato girato, per l’impianto dell’altro. In genere – prosegue Frongia – nella chirurgia renale i vantaggi sono di altro tipo non quello della dimissione tempestiva, soprattutto quando il paziente è obeso”. I chirurghi italiani hanno conquistato anche altri primati: per intervento di tiroidectomia per via ascellare, per la prima isterectomia al mondo con accesso singolo ombelicale e per i primi trattamenti in cardiochirurgia pediatrica.
I numeri.
Interventi complessivi effettuati dal 1999, anno di introduzione:
- 50.000
Sistemi installati: 64 (al secondo posto in Europa: Francia: 69; Germania: 61; Regno Unito: 38)
- Nord: 35
- Centro: 19
- Sud e Isole: 10
Chirurghi utilizzatori:
- 400
Interventi effettuati annualmente:
- 2009: 3.225
- 2010: 4.758 (+48%)
- 2011: 6.957 (+46%)
- 2012: 9.400 (+35%)
- 2013 (stimati) 10.000
Interventi 2012, per area:
- Nord: 56%
- Centro: 35%
- Sud e Isole: 9%
Interventi 2012, per specialità:
- Urologia: 60% del totale. (Il 20% delle prostatectomie è effettuato con il Sistema da Vinci; in USA, l’80%)
- Generale: 20%
- Ginecologia: 12%
- Otorino: 4%
- Cardiotoracica: 4%
Interventi effettuati nel mondo:
- 2011: 370.000
- 2012: 450.000