Superbatteri, trovato un gene che li protegge dai disinfettanti
Un uso scorretto degli antibiotici è la prima causa della nascita dei superbatteri o batteri killer. Ceppi rafforzati, immuni ai più comuni antibiotici, appunto. A volte, per fortuna raramente, sono gli stessi medici a prescriverli per combattere febbre o raffreddore che, come è noto, non sono causati da batteri ma da virus. Meno raro, invece, un uso fai da te, magari interrompendo la cura o cambiando antibiotico in corso. Tutto ciò, come abbiamo già sottolineato sulle nostre colonne, sta rafforzando alcuni ceppi batterici, sempre più immuni ai nostri antibiotici: il risultato potrebbe essere quello di venire catapultati all’epoca pre penicillina, quando una semplice infezione poteva portare alla morte, come di fatto già avviene per i soggetti con i sistemi immunitari più compromessi.
Luogo privilegiato per le infezioni batteriche sono gli ospedali, nonostante si tratti di ambienti ben puliti e sterilizzati. Qui, infatti, è più facile contrarre infezioni pericolose, anche mortali, più che altro perché frequentati da soggetti vettori di ceppi batterici diversi e perché si tratta, contemporaneamente, per lo più di pazienti indeboliti già da altre patologie e quindi particolarmente vulnerabili. Alcuni ricercatori della Macquarie University di Sidney, in Australia, guidati dal professore Ian Paulsen, hanno indagato in particolare su come alcuni batteri possano sopravvivere e proliferare nonostante la Clorexidina, un comune disinfettante utilizzato appunto negli ambienti ospedalieri, presente in molti saponi, detergenti per le mani e collutori.
La ricerca, indagando sul campo della genomica, ha scoperto e identificato una nuova famiglia di geni che consentirebbero ai batteri di esserne immuni. La resistenza batterica è un elemento potenzialmente molto pericoloso. Ma come può un batterio essere immune a un disinfettante, come agisce?
La ricerca ha acceso i riflettori su un prototipo di gene dell’Acinetobacter baumannii, battezzato Acel, capace di sintetizzare una proteina che agisce come una sorta di pompa, che cioè riesce a rimuovere il disinfettante dalla cellula. Come Acel, ci sarebbero altri geni che agirebbero similmente in altri tipi di batteri, compresi quelli killer. “A seguito di questa scoperta ci proponiamo di studiare nuovi modi per bloccare questa pompa – afferma Paulsen – Questo lavoro è importante per garantire che si possa continuare a utilizzare con successo questo disinfettante per ridurre i tassi di infezione negli ospedali”.