Stamina, sarebbero 20 gli indagati fra cui Vannoni
I pazienti continueranno forse le cure a Capoverde
Venti sarebbero complessivamente gli indagati dell’inchiesta sulla Fondazione Stamina aperta dalla procura torinese. Dagli ambienti investigativi si apprende inoltre che nei 20 casi rientrano otto nuovi avvisi di garanzia già pronti e che riguardano anche il presidente della fondazione. Davide Vannoni sarebbe fra gli indagati per aver violato la legge sulla privacy, pubblicando su Facebook un video con i presunti miglioramenti, dopo la cura, di una bambina del capoluogo piemontese. Il video è stato tuttavia rimosso da YouTube immediatamente dopo la richiesta del Garante per la privacy. Oltre a questo, Vannoni è accusato di aver somministrato farmaci imperfetti e aver esercitato abusivamente la professione medica.
Il patron di Stamina Foundation si difende: “Non ho mai effettuato visite mediche su Nicole e non sono stato io a diffondere per primo il video che ritrae la piccola”. Quanto all’accusa di esercizio abusivo della professione medica Vannoni si chiede: “Su cosa poggerebbe l’accusa? Non posso fare visite mediche e non le ho effettuate sulla bambina: le domande che pongo alla mamma nel video riguardano alcuni parametri indicatimi da Andolina (Marino Andolina, il vicepresidente della fondazione, ndr) per verificare se vi fossero miglioramenti relativamente alla sua patologia”.
Nel frattempo, probabilmente anche sulla spinta delle vicende giudiziarie, prende sempre più consistenza l’ipotesi di esportare la cura all’estero, dove le istituzioni potrebbero essere maggiormente ricettive. Il primo paese candidato sarebbe Capoverde. I pazienti si sono costituiti in cooperativa per potere accedere alla cura Stamina, preoccupati per “le lunghe liste d’attesa agli Spedali Civili di Brescia e per un possibile stop definitivo alle infusioni”, come spiega Davide Vannoni all’Ansa. Alla cooperativa, nata lo scorso 4 dicembre, hanno già aderito 200 famiglie, mentre la Fondazione Stamina – afferma Vannoni – non entrerà a farvi parte perché – dice – “mi sembra giusto che i pazienti si consorzino solo tra loro”.
Quanto ai costi, il presidente di Stamina Foundation fa una stima delle cure: circa 18 mila euro più le spese di viaggio e permanenza. Solo una stima – precisa Vannoni – che la giustifica così: “Preso uno standard di 500 pazienti, per attrezzare i laboratori il costo stimato è di 4 milioni, che sarebbero ripartiti in 8 mila per ciascun paziente. A ciò vanno aggiunti i costi per la parte biologica (produzione della linea cellulare e analisi), che ammontano a 5 mila euro per cinque infusioni, e quelli per i medici e il materiale, che più o meno potrebbero ammontare sempre a 5 mila euro”. Totale, appunto, 18 mila, al netto di eventuali variazioni delle variabili in gioco.