Vaccini, il gip ordina di indagare sull’esavalente
Codacons: Sprechi per 114 milioni l’anno e forse dannoso
Vaccini sì, vaccini no. Un dibattito che si porta avanti da anni e in modo sempre più acceso. Soprattutto sul cosiddetto “esavalente“, che protegge da sei malattie, i genitori sono sempre più allarmati, perché per il fragile sistema immunitario del bambino sei vaccini tutti in una volta possono essere un bel colpo. Alcuni lo ricollegano addirittura alla morte improvvisa del lattante, la Sids.
Ora il Tribunale di Torino ha deciso di volerci vedere chiaro, rigettando la richiesta della procura di archiviare l’istanza del Codacons e ordinando al pm di andare avanti. Ma andiamo per ordine. Durante il primo anno di vita il bambino è sottoposto, a tre riprese, a sei vaccini, che proteggono da sei malattie: difterite, tetano, pertosse, poliomielite, malattie invasive da Haemophilus B (responsabile di malattie anche gravi, come la meningite) e epatite B. Attualmente c’è la possibilità di somministrare i sei vaccini con sei iniezioni separate o di farlo, appunto, con questo vaccino combinato, chiamato per questo esavalente. Sull’opportunità di spalmare questi sei vaccini durante un periodo di vita più lungo se ne può discutere, e anche da parte di alcuni pediatri c’è apertura in questo senso, ma gli estremi per procedere legalmente nascono dal fatto che fra questi sei, solo quattro sono obbligatori in Italia. Perché, dunque, non pensare piuttosto a un quadrivalente e lasciare gli altri due facoltativi, come lo sono tanti altri?
Il Codacons aveva così portato l’interrogativo sul tavolo di diverse procure della Repubblica: “Nello specifico il decreto ministeriale del 7 aprile 1999 riconosce come obbligatori l’antidifterite, l’antitetanica, l’antipoliomelite e l’antiepatite virale B. Tuttavia nelle Asl – denuncia l’associazione – anziché informare correttamente i genitori in merito alla disciplina legislativa sui vaccini, viene fornito e iniettato ai piccoli un vaccino esavalente che contiene anche due vaccini facoltativi ossia pertosse ed infezioni da Haemophilus influenzale di tipo B”. Qualora i genitori richiedano di fare vaccinazioni separate vengono molto spesso vivamente sconsigliati, meglio evitare di sottoporre il bambino a sei o – ma è ancora più sconsigliato – quattro iniezioni separate. Tuttavia, aggiungeva il Codacons, non si considera un’altra questione, che più che il fastidio e il pianto di quattro sei buchi nelle vene, il bambino potrebbe risentire di un sovraccarico di sei vaccini in unica soluzione, uno choc per il sistema immunitario ancora fragile del piccolo (la prima dose viene somministrata ad appena tre mesi).
Oltre all’aspetto della salute, c’è un altro argomento in favore dei consumatori: la vaccinazione esavalente comporterebbe al sistema sanitario nazionale uno surplus di soldi pubblici pari a 114 milioni di euro all’anno, che in tempi di crisi non sono proprio bruscolini, a vantaggio delle multinazionali del farmaco.
La Procura di Torino aveva chiesto l’archiviazione dell’esposto dell’associazione, ma il giudice per le indagini preliminari del Tribunale ha accolto l’opposizione del Codacons, ordinando quindi al pubblico ministero di proseguire con le indagini. Nel provvedimento del gip, pubblicato sul sito dell’associazione, si legge che “la Consulenza tecnica offre una risposta indiretta ed incompleta, limitandosi a spiegare che le vaccinazioni di massa producono un doppio beneficio, preservando dalla malattia coloro i quali vengono vaccinati e dando altresì luogo ad una drastica riduzione delle concrete possibilità di diffusione del morbo. Una argomentazione degna della massima considerazione anche e soprattutto nell’ambito delle funzioni di prevenzione devolute al servizio sanitario nazionale ma – si legge ancora – che non pare esaustiva, sia perché richiede di essere coordinata con la differente disciplina vigente, che distingue tra vaccini obbligatori e non, sia perché non spiega la scelta dei vaccini da associare a quelli obbligatori“. Insomma, i vaccini sono una pietra miliare della medicina, ma questa tesi generica non giustifica l’esavalente. Ora la Procura avrà sei mesi di tempo per rispondere ai quesiti posti dal gip e dal Codacons.