L’Epatite C colpisce il 3% degli italiani: come uscire dall’emergenza?
Guarire dalla malattia sradicando l’infezione si appresta a divenire un traguardo possibile per la grande maggioranza dei pazienti affetti da Epatite C. Uno scenario realizzabile, quello di cambiare la storia naturale della malattia dalla cronicità alla guarigione, grazie alle nuove terapie che si stanno rendendo disponibili a livello europeo, che prospettano un approccio del tutto innovativo alla patologia.
Ma come permettere ai pazienti di accedere finalmente alle cure – costose – che stanno attendendo e rendere tali cure sostenibili per il Sistema Sanitario Nazionale? Questo il tema discusso in Senato, al convegno “La lotta all’Epatite al banco di prova delle richieste dei Pazienti e dei bisogni del Sistema Salute”, promosso da AboutPharma and Medical Devices, con il patrocinio del Senato della Repubblica, del Ministero della Salute, dell’Associazione EpaC Onlus, della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva (SIGE), dell’Associazione Italiana Gastroenterologi & Endoscopisti Digestivi Ospedalieri (AIGO), e con il contributo non condizionato di Bristol-Myers Squibb, che ha visto confrontarsi Istituzioni, policy-makers, comunità scientifica e Associazione pazienti.
“Dopo 25 anni dalla scoperta del virus, siamo dinanzi alla svolta epocale di sconfiggere la malattia, grazie a terapie combinate composte da farmaci antivirali ad azione diretta caratterizzati non solo da un alto profilo di efficacia, ma, anche, da una facile somministrazione orale e dalla quasi totale assenza di effetti collaterali”, ha dichiarato Maria Rendina del Comitato coordinatore dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF), Gastroenterologa del Policlinico di Bari.
“Questi nuovi farmaci cambieranno il volto della terapia dell’Epatite C cronica – ha aggiunto Rendina -: i pazienti potranno essere trattati più semplicemente e con una probabilità di successo molto elevata. Ciò vale in maniera particolare per alcune categorie di pazienti con importanti bisogni clinici non soddisfatti come i pazienti con malattia epatica avanzata, che abbiano recidivato o siano risultati intolleranti alle terapie correntemente in uso, pazienti co-infetti HCV-HIV, pazienti con trapianto di fegato”.
L’incontro ha sollecitato da più parti la necessità che l’attenzione da parte di tutti gli stakeholders nei confronti di una patologia di così alto impatto sociale, sanitario ed economico, si traduca nell’attuazione di una programmazione lungimirante, adeguata dal punto di vista strategico e delle risorse economiche messe a disposizione, che consenta, nel lungo periodo, di curare tutti i pazienti con Epatite C cronica, realizzando un’efficiente universalità del nostro Servizio Sanitario Nazionale.