Indagine della Società Italiana di Pediatria

Teenager sempre più “social” e insicuri,
ecco il popolo dei “mi piace”

di oggisalute | 25 settembre 2014 | pubblicato in Attualità
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Sempre più “connessi” su internet e sui social network, un po’ meno fumatori e più preoccupati del futuro. Questo il ritratto delle nuove generazioni di adolescenti venuto fuori dall’indagine nazionale della Società Italiana di Pediatria, arrivata quest’anno alla sua sedicesima edizione e condotta su un campione nazionale rappresentativo di 2107 studenti (1073 maschi – 1034 femmine) frequentanti la classe terza media inferiore.

INTERNET PROTAGONISTA

L’Indagine registra, ininterrottamente, da sei anni, un incremento esponenziale dell’uso di internet tra gli adolescenti, complice anche il crollo dei costi di accesso, che ha reso la connessione 24 su 24 alla portata di tutti e in ogni momento. Basti pensare che nel 2008 solo il 42% del campione utilizzava internet tutti i giorni contro l’attuale 81%.

Due sono le novità che emergono quest’anno. La prima è che si è conclusa la “migrazione” dal computer allo smartphone: la percentuale di adolescenti che si collega a internet dal telefonino è passata dal 65% del 2012 al 93% nel 2014. La quasi totalità degli adolescenti, dunque, ha internet sempre a portata di mano, in qualunque momento della giornata. E internet, salvo qualche sporadico utilizzo, vuol dire essenzialmente social network.

La seconda rilevante novità è rappresentata proprio dal boom di nuovi social, attraverso i quali gli adolescenti, ma oggi sempre di più tantissimi preadolescenti alla soglia delle scuole medie, esercitano le loro sperimentazioni sociali, talvolta intrecciate talvolta no, con la vita reale.

TUTTI PAZZI PER I SOCIAL NETWORK

In principio c’era Facebook. Il 75% del campione ha un profilo sul social inventato da Mark Zuckerberg, in passato meta agognata di molti adolescenti oggi vetrina rassicurante per quei genitori che credono di tenere sotto i controllo i figli, grazie alla conquistata amicizia. Nel frattempo, l’81% degli adolescenti è sbarcato su WhatsApp, che non è solo uno strumento di messaggistica, ma può essere utilizzato a tutti gli effetti come un potente “social”; il 42% su Instagram, vetrina di foto ad alto tasso di esibizionismo; il 30% dei maschi e il 37% delle femmine (percentuali in velocissima ascesa) su Ask, dove la possibilità di comunicare sotto anonimato lo ha reso teatro di numerosi casi di cyberbullismo con esiti drammatici; il 23% su Twitter, social meno gettonato tra i giovanissimi.

COMPORTAMENTI A RISCHIO SUI SOCIAL

Ma non mancano i comportamenti a rischio. Il 15% degli intervistati ha dichiarato di aver postato un proprio “selfie” provocante, percentuale certamente sottostimata se si considera che il 48% dello stesso campione afferma contemporaneamente di avere amici e compagni che postano selfie provocanti.

Tra gli altri comportamenti a rischio rivolti a sconosciuti (dove sconosciuto non equivale necessariamente a pedofilo, questo va precisato) il 19% ha dato il telefono, il 16,8% ha inviato una foto, il 24,7% ha rivelato la scuola che frequenta, l’11,6% si è incontrata con lui, il 5,2% ha accettato proposte di sesso online. E se all’87,6% piace internet perché si può stare in contatto con gli amici, per il 60,2% internet è addirittura irrinunciabile.

“I social network non vanno demonizzati, – spiega il presidente della Sip, Giovanni Corsello – perché hanno anche aspetti di grande utilità e socializzazione. Il problema come sempre è l’abuso. La migrazione degli adolescenti dal computer al telefonino rende difficilissimo per i genitori rendersi conto del tempo effettivamente speso dai loro figli sui social. È inoltre difficile dettare regole di comportamento dal momento che la stragrande maggioranza degli adulti non ha idea di come si sviluppa la socialità sui nuovi social network, di come si strutturano le relazioni, non conosce il linguaggio utilizzato. Le nostre risorse per prevenire comportamenti a rischio sono il dialogo, l’ascolto, l’etica comportamentale”.

ADOLESCENTI SEMPRE PIU’ “NOTTAMBULI”

Un altro aspetto che emerge dall’indagine rispetto alla precedente edizione è che cresce l’abitudine a navigare nelle ore serali e notturne. Il 56,6% % chatta la sera dopo cena e circa il 40% continua a farlo fino a tardi, prima di addormentarsi in una fascia oraria che interferisce con il sonno, con conseguenze non trascurabili sulla salute. Spiega ancora Corsello:“Alcuni problemi clinici e comportamentali descritti con frequenza maggiore negli adolescenti in questi ultimi anni come cefalea, insonnia, scarso rendimento scolastico, possono trovare motivazione dalla riduzione delle ore di sonno o dal condizionamento indotto da un abuso di internet e da stili di vita non appropriati”.

PIU’ SOCIAL, PIU’ RISCHI

L’indagine ha indagato i rischi dell’abuso, mettendo a confronto le abitudini di coloro che frequentano più di tre social con quelle di coloro che non li frequentano o al massimo ne frequentano uno (normalmente Facebook o WhatsApp). E i risultati mostrano che i primi sono più inclini ad avere comportamenti a rischio, non solo sul solo web (per esempio postare una foto provocante), ma anche nella vita reale. Chi frequenta più di tre social vorrebbe apparire più grande, fuma e beve di più (il 21% si è ubriacato).

Ma i più assidui utilizzatori dei social risultano anche più fragili e insicuri. In un contesto in cui ciò che più importa è essere “popolari” (cioè totalizzare più “I like” possibile sulla propria bacheca) non stupisce la larga insoddisfazione riscontrata per il proprio aspetto fisico: 6 su 10 vorrebbero essere più magre/i (il 35% ha già fatto una dieta dimagrante), avere più seno, quasi 8 su 10 vorrebbero avere gambe più belle ed in generale essere più bella/o. Preoccupazioni presenti in maniera largamente inferiore tra coloro che frequentano un solo social network o nessuno. Inoltre, circa uno su due avverte la crisi economica, cresce la sfiducia nella possibilità di trovare un lavoro.

GIOCHI D’AZZARDO ONLINE

Il 13% degli intervistati ha praticato giochi d’azzardo online, anche se vietato ai minori. Un altro “effetto collaterale” della massiccia permanenza in rete degli adolescenti è certamente il cosiddetto “Gambling”, ovvero il gioco d’azzardo on-line che sta diventando un pericoloso fenomeno specie tra i giovani adulti. La sempre maggior offerta di siti – ormai legali – in cui si gioca utilizzando soldi “veri” è una tentazione molto forte che inizia a sedurre anche i giovanissimi: i quali, a rigore di logica (o quanto meno di legge) non potrebbero accedere fino al compimento della maggiore età.

Ciononostante circa il 13% degli adolescenti intervistati (percentuale che sfiora il 17% se si considerano solo i maschi) dichiara di aver frequentato questi siti e di aver giocato “a soldi” (una o più volte), da solo o insieme ad amici. Il 45% sostiene di aver vinto, solo il 13% ammette di aver perso, mentre il 36% non ricorda l’esito economico della/delle esperienza. Il 32% è orientato a ripetere l’esperienza, il 45% a non ripeterla e il 18% non lo sa.

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