Tumori, gli ospedali non rispettano
soglia minima d’interventi
La maggior parte degli ospedali italiani presenta volumi di attività troppo bassi e quindi sono più a rischio per la salute dei pazienti. È quanto rivela il Programma nazionale esiti 2014, sviluppato dall’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) per conto del ministero della Salute e presentato oggi a Roma.
Sotto la lente d’ingrandimento i reparti di oncologia chirurgica e i punti nascita, spesso troppo piccoli e poco attivi. Dove meno si lavora, meno si guarisce, dunque. Ad esempio, spiegano gli esperti di Agenas, la mortalità a 30 giorni dopo l’intervento per il tumore al colon diminuisce fino a raggiungere circa 50-70 interventi l’anno e continua a diminuire lievemente all’aumentare del volume di attività.
Non vengono rispettate, inoltre, le soglie minime d’interventi indicate dalle linee guida internazionali. Tanto per fare un altro esempio, su 490 strutture che eseguono più di 10 interventi per il tumore al seno, solo 116 (24%) presentano volumi di attività superiore alla soglia minima di 150 interventi annui. Non va meglio neanche per altri tipi di cancro: ancora troppo bassi i volumi di attività per gli interventi di tumore al polmone, allo stomaco e al colon.