Tumori, tre centri d’eccellenza per migliorare rapporto medico-paziente
In Italia nel corso del 2013 si sono registrati oltre 400.000 nuovi casi di tumore. Si stima che almeno 2.800.000 persone nel nostro Paese convivano al momento con una diagnosi di malattia oncologica. I progressi nelle terapie e la maggiore tempestività e precisione della diagnosi hanno consentito un importante miglioramento della sopravvivenza globale e della qualità di vita. Tuttavia, quasi due terzi dei pazienti devono fare i conti con gli effetti collaterali, in particolare nausea e vomito, associati ai farmaci chemioterapici.
A loro è rivolta l’iniziativa ONCOstories, campagna nazionale d’incontri tra esperti, pazienti con tumore e familiari dedicata alla qualità di vita durante la chemioterapia. La quarta tappa è ospitata a Roma dall’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea, promotore locale insieme agli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO) e al Policlinico “A. Gemelli”.
Obiettivo del progetto ONCOstories, promosso da Salute Donna onlus e SIPO, e realizzato con il supporto non condizionato di MSD Oncology, è incoraggiare medici e pazienti a parlare apertamente di tutti i problemi che possono insorgere durante la chemioterapia e che spesso non vengono adeguatamente affrontati durante le visite e i controlli, come gli effetti collaterali dei farmaci, il cui impatto sulla vita familiare e lavorativa dei pazienti può essere drammatico.
Secondo una ricerca realizzata da Salute Donna e SIPO, la chemioterapia condiziona in maniera rilevante la normale gestione delle attività domestiche nel 61,6% dei casi, l’attività lavorativa nel 63,9% e la vita sessuale nel 63,7%. Oggi, però, grazie a specifiche terapie di supporto, il devastante impatto degli effetti collaterali può essere correttamente gestito dall’oncologo.
“Grazie all’avvento dei farmaci di supporto negli ultimi anni riusciamo a controllare molto meglio che in passato gli effetti collaterali da chemioterapia, come nausea e vomito, che impattano in modo grave sulla qualità di vita dei pazienti, soprattutto delle donne in quanto dotate a livello centrale di recettori più sviluppati – afferma Alessandra Fabi, Dirigente Medico 1° livello, Divisione di Oncologia Medica degli Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO) di Roma – il vomito, uno degli effetti collaterali più temuti e drammatici può essere molto ridotto con le terapie di supporto specifiche. Per la nausea, soprattutto quella “ritardata”, bisogna lavorare ancora ma i progressi fatti in questi ultimi tempi sono davvero soddisfacenti”.