Tutti pazzi per i selfie, ma lo psicologo avverte: “È un male sociale”
Il selfie fa più male di quello che sembra. La moda dilagante degli autoscatti, alimentata dall’uso sempre più diffuso di smartphone e tablet, non è solo un “innocuo” passatempo per immortalare certi momenti della giornata. È un campanello d’allarme di un vezzo che – secondo gli esperti – sta diventando sempre più dilagante: il narcisismo. Una consuetudine che potrebbe trasformarsi in un vero e proprio problema sociale, perché “i comportamenti narcisistici degli adulti – avvertono gli specialisti – minano le relazioni fra le persone, danneggiando l’efficienza di aziende e istituzioni”.
L’allarme è stato lanciato dal Centro milanese di psicanalisi, che al tema ha dedicato un incontro a Milano, nei giorni scorsi, in occasione dei cento anni dalla pubblicazione di “Introduzione al narcisismo” di Sigmund Freud. “Lo schermo dello smartphone è la versione moderna del lago di Narciso, – spiega Paolo Chiari, segretario scientifico del Centro all’Adnkronos – una superfice piatta, senza spessore, in cui ci si specchia. Con il selfie l’immagine viene rinviata su diversi canali e poi torna indietro: resta una continua ricerca della propria immagine. Il narcisismo è la ricerca di un sé grandioso che ha bisogno di essere visto e ammirato, ma che nasconde carenze”.
Gli studi sul comportamento dei gruppi, come nelle aziende o nelle istituzioni, hanno dimostrato che gli atteggiamenti narcisistici impediscono la costruzione di relazioni collaborative, contribuendo spesso a pregiudicare sia l’affermazione individuale che la produttività del collettivo.