Se ne è discusso in un congresso a Palermo

Migliorare le cure risparmiando
con i farmaci biosimilari VIDEO

di giulio giallombardo | 20 novembre 2014 | pubblicato in Cure e terapie
liberare risorse convegno

Farmaci biosimilari, appropriatezza delle prescrizioni mediche e gare d’acquisto. Queste alcune delle ricette per migliorare le cure sanitarie risparmiando sui costi. Se ne è discusso ieri al Mondello Palace Hotel di Palermo al congresso “Come liberare risorse per i farmaci innovativi: Sicilia”, una giornata di studio con relatori, gran parte dei quali provenienti da tutta la Sicilia, che hanno analizzato i dati della spesa sanitaria per l’innovazione farmaceutica e le strategie da mettere in atto per ottimizzare le sempre più limitate risorse disponibili.

“Occorrono più fondi per affrontare l’innovazione – ha spiegato Achille Patrizio Caputi, farmacologo, direttore scientifico dell’evento – ovvero per tutti quei farmaci ad altissimo costo che stanno entrando in commercio e che, come dice il ministro della Salute, dovrebbero essere dati a tutti. I costi di questi farmaci sono proibitivi, dove trovare, dunque, i soldi? Noi vorremmo trovarli risparmiando su altri farmaci, non togliendoli ai pazienti, né colpendo i medici troppo prescrittori,  ma individuando delle strategie per cui si può curare ugualmente il paziente, utilizzando farmaci alternativi a costo minore come i biosimilari”.

Il congresso è stato dedicato alla memoria del farmacologo Pietro Benigno, storico preside della Facoltà di Medicina di Palermo, uno dei primi scienziati a criticare l’eccessivo utilizzo dei farmaci. Presente in sala, tra i 150 partecipanti all’evento, anche Anna Benigno, figlia del farmacologo, che ha seguito le orme del padre e adesso è dirigente medico all’ospedale Civico di Palermo. “Sono molto commossa del pensiero del professor Caputi verso mio padre, – ha detto Anna Benigno – una figura pubblica molto importante, ma per me una figura privata enorme. L’ironia, l’eleganza, la delicatezza e l’affettuosità di mio padre sono un costante ricordo che mi accompagna anche nella mia attività di medico che continuo ad esercitare, non certo al suo livello, anche se ci provo”.

 

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