Fobie, crisi d’ansia e attacchi
di panico: quali rimedi?
Secondo il Manuale Diagnostico Psichiatrico (DSM –IV) la fobia specifica “è caratterizzata da un’ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a un oggetto o a una situazione temuti, che spesso determina condotte di evitamento”. Il soggetto dunque si rende conto dell’irragionevolezza della sua paura ma non riesce a controllarla, né tantomeno a gestirla.
Come nascono le fobie specifiche? Secondo una visione psicoanalitica, ogni fobia contiene al suo interno una componente di repulsione e al contempo attrazione verso l’oggetto temuto. Gli oggetti e le situazioni rappresentano dunque oggetti interni che si rifanno a pensieri legati alla sessualità e all’aggressività, che provocano il timore di una ritorsione di tipo punitivo. La paura dunque, che nasce come interiorizzata, viene riprodotta su un oggetto esterno, che rimanda al timore originario, tale però da poter essere gestito e controllato. La modalità difensione che viene attuata rispetto all’oggetto esterno è generalmente legata all’evitamento, tale da aumentare il timore e il blocco emotivo verso l’oggetto stesso.
Quali i sintomi? Essi sono sovrapponibili a quelli di una crisi d’ansia o un attacco di panico; mentre essi tuttavia sono generalizzati e spesso senza oggetti, le fobie specifiche si fondano proprio su un oggetti e fatti ben definitivi e circoscritti. I sintomi manifestati sono generalmente: paura intensa, tensione e nervosismo, accellerazione del battito cardiaco, confusione psichica, difficoltà di attuare un pensiero concreto a fronte di pensieri astratti.
Quali le fobie più comune? In primo luogo abbiamo quelle degli animali. In genere essa trae la propria origine dall’infanzia, e indica il timore verso parti profonde della propria emotività, vive ma incontrollabili, a cui è difficile attribuire una collocazione precisa. Altra fobia molto frequente è quella per il sangue e le ferite, che sono generalmente associate ad una forte aggressività, che di sovente è molto controllata nella vita quotidiana. La presenza del sangue rimanda a ferite profonde nella psiche del soggetto, che sono difficili da arginare o impossibili da guarire. Infine le fobie situazionali e sociali, legati a luoghi particolari (vedi claustrofobia e agorafobia) oppure a persone (vedi la paura di parlare davanti ad un pubblico). Esse sono di natura soprattutto relazionale, e sottendono a traumi infantili inconsci, anche prematuri rispetto agli altri.
Come curare le fobie? E’ raro che il soggetto scelga una terapia per affrontare le fobie, solo in casi particolarmente invalidanti. Durante un eventuale percorso sarà fondamentale affrontare le esperienze pregresse del soggetto, soprattutto legate all’infanzia, per ricercare l’evento traumatico che ha dato luogo alle eventuali fobie. Risulta importante che i risultati si mantengano nel lungo termine, pericolo che esiste nel momento in cui il problema venga affrontato superficialmente o esclusivamente sul piano sintomatico.