Epidurale, Italia rimane indietro
rispetto al resto d’Europa
L’epidurale entrerà nei Livelli essenziali di assistenza, cioè tra le prestazioni rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale
Purtroppo c’è da dire che attualmente In Italia il cosiddetto “parto indolore” è ancora poco diffuso rispetto ad altri Paesi europei: secondo stime sommarie del 2010, solo il 16% degli ospedali avrebbe un servizio h24 mentre un altro 27% un servizio saltuario o comunque con grossi limiti di organizzazione. Gli ultimi dati ufficiali Istat, un po’ datati visto che risalgono al 2001, parlavano di parti con epiduale attorno al 3%.
Il confronto con altri Paesi europei è impietoso: in Gran Bretagna e Francia, la percentuale sale a circa il 70%. Negli Stati Uniti attorno al 90%. I dati un po’ più recenti – risalenti a un’indagine parlamentare sui punti nascita – 344 su 570 – condotta dal 1 gennaio 2009 al 31 agosto 2010 – ci dicono che in Italia la parto-analgesia per i parti naturali viene effettuata soltanto nel 15,3% dei casi.
Cerchiamo dunque di approfondire cos’è l’epidurale e quali i procedimenti a cui una donna deve attualmente far riferimento per ricorrere ad essa.
Cos’è l’epidurale? Un’anestesia che consiste nell’introduzione di un anestetico locale, attraverso un catetere posizionato tra due vertebre lombari. Le contrazioni uterine verranno percepite sempre con meno intensità.
Con l’epidurale la donna perde la capacità di partecipare sensibilmente al proprio parto? Questa una delle domande più frequenti, e a rispondere sono i Protocolli di Salute degli Ospedali italiani, secondo cui con l’epidurale la donna continua ad avvertire le contrazioni uterine, ma non sente il dolore legato alle contrazioni stesse, quindi può partecipare attivamente al parto.
Come fare e quali i costi? Per poter usufruire dell’epidurale è necessario effettuare una visita anestesiologica nell’ultimo trimestre di gravidanza ed eseguire alcuni esami ematochimici.
Per quanto riguarda i costi invece, in alcuni ospedali italiani, tra cui la clinica Mangiagalli di Milano e l’Ospedale Valdelsa di Poggibonsi (Siena), il servizio è gratuito.
In generale però, le strutture che sul territorio nazionale offrono l’epidurale sono ancora limitate, in diverse strutture pubbliche inoltre l’epidurale si paga (500-800 euro). Il costo aumenta nelle strutture private. AttualmenteiIl parto in analgesia peridurale è garantito 24 ore su 24 e gratuitamente solo nel 16% delle strutture ospedaliere.
Dati che sicuramente non possono altro che farci riflettere sui limiti evidenti di un Sistema Sanitario, che limita i diritti fondamentali della persona, in questo caso della donna partoriente, rispetto alla possibilità di accedere in maniera fruibile e gratuita, ad uno strumento di sempre maggiore diffusione mondiale, che permetta un parto non solo sicuro, ma anche vissuto come una esperienza positiva e gratificante.