Ematologia, dalla ricerca una nuova
terapia per i trapianti
Una terapia biologica per fermare le gravi complicanze che si verificano nei pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo. Questo è l’obiettivo del progetto di ricerca “TreGeneration”, approvato e finanziato complessivamente con 6 milioni di euro dalla Comunità Europea che vede tra le realtà protagoniste l’Ematologia diretta dal professor Michele Cavo del Policlinico di Sant’Orsola di Bologna.
Il trapianto di midollo osseo da donatore è oggi la terapia più efficace per molte malattie ematologiche. Purtroppo in oltre il 20% dei casi possono verificarsi gravi complicanze, tra cui la malattia del trapianto verso l’ospite (GVHD), dove le cellule immunitarie del donatore attaccano i tessuti del paziente trapiantato (pelle, organi interni e mucosa). Per fermarle solitamente si utilizzano farmaci immunosoppressori, spesso tossici e non risolutivi.
Fin dagli anni 90 è stato scoperto che un gruppo di linfociti – chiamati T reg – ha il ruolo di controllare le risposte immunitarie per evitare che diventino troppo potenti, tanto da causare danni non voluti alla persona. Iniettando nel ricevente una dose molto elevata di questi linfociti provenienti dal donatore si potrebbe dunque spegnere la principale complicanza del trapianto.
“Nel laboratorio di terapia cellulare e immunoterapia – spiega Mario Arpinati, responsabile del progetto di ricerca – è attivo da alcuni anni un programma di studio dei linfociti T reg. Nel corso del 2014, in collaborazione con la ‘cell factory’ Calori di Milano, è stata messa a punto una procedura che permette di moltiplicare questi linfociti fino a 500 volte, in meno di 3 settimane, in condizioni di assoluta sicurezza e sterilità, così da poterli reinfondere ai pazienti”.
Il programma di sperimentazione clinica, però, è molto costoso e impossibile da sostenere senza un adeguato finanziamento. Per questo l’Ematologia del Sant’Orsola si è alleata in un Consorzio con altri sei centri di quattro Paesi Europei e con un centro statunitense. Il progetto che comprende 5 studi clinici paralleli è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020.
“La parte del finanziamento che arriverà al nostro Laboratorio – conclude il dottor Arpinati – ci consentirà di essere il primo Centro in Italia, e come consorzio in Europa, a poter implementare un programma di terapia cellulare con linfociti T reg per riuscire a curare senza farmaci tossici le complicanze dei trapianti. Ma il successo di questo programma potrebbe avere importanti implicazioni anche al di fuori del trapianto: la terapia con linfociti T reg potrebbe essere utile anche nella cura di malattie del sistema immunitario”.