Enuresi notturna: consigli utili
su come affrontarla e risolverla
Molto più conosciuta durante l’infanzia, l’enuresi notturna, ovvero l’emissione involontaria di urina, è un problema che in alcuni casi perdura anche nell’adolescenza, finanche nell’età adulta. Generalmente, il completo controllo delle minzioni viene raggiunto intorno ai 5-6 anni di età, perdurando alcuni episodi sporadici in cui il bambino bagna il letto durante la notte.
L’enuresi perdurata, rappresenta, dunque, un ritardo nello sviluppo di competenze e acquisizioni proprie dell’infanzia. Secondo uno studio del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova, su diecimila ragazzi tra i 6 e i 14 anni, il 15 per cento soffre di questo genere di disturbi. Il 2 per cento degli adulti nella popolazione nazionale. Dati spesso sconosciuti, soprattutto a fronte di un disagio di cui, per ritegno, si tende a non parlare frequentemente.
L’enuresi rappresenta un evento fisiopatologico complesso nel quale entrano in gioco aspetti ereditari, meccanismi biochimici ed ormonali (enuresi poliurica), disfunzioni del serbatoio vescicale (iperattività vescicale), problemi di risveglio, nonchè in molti casi caratterizzazioni di tipo psichico.
Quali le condizioni per parlare di enuresi? Secondo il Dsm (Manuale Diagnostico Disturbi Psicopatologici) un soggetto affetto da enuresi bagna il letto per 2 volte a settimana per almeno 3 mesi consecutivi a fronte dei 5 anni. Quali le cause psichiche? Attraverso la minzione, il bambino generalmente sperimenta un vissuto di aggressività (la pipì brucia e corrode), che si canalizza, attraverso i problemi di enuresi, in difficoltà legati al senso di colpa.
Spesso vengono attribuiti fenomeni di stress tali da “scatenare” il disturbo, come per esempio un rapporto critico o di separazione tra i genitori, nascita di un fratellino più piccolo, rappresentativo del tentativo di ricollocarsi in una fase primordiale, oppure eventi traumatici di altra natura. Spesso il perdurare del disturbo risponde a plurime concause, non individuabili in un singolo episodio.
Come trattare? Escluse le cause fisiologiche, esistono innumerevoli terapie, da quelle di tipo comportamentale ad altre di natura squisitamente clinica. Il consiglio per i genitori, se il fenomeno si presenta in età pre e post puberale, è sicuramente quello di non incentivare il vissuto legato a sensi di colpa che già sussistono nel soggetto. Svegliare il ragazzo durante il sonno può risultare controproducente, impedendo allo stesso di vivere la notte come un periodo sereno di riposo. Rassicurarlo invece, ascoltando il suo disagio ed offrendo un sostegno esterno, può rappresentare sicuramente la migliore soluzione per questo tipo di difficoltà.