Il futuro delle cure palliative:
“Il cancro sarà come il diabete”
Trasformare il cancro da male che non lascia scampo a patologia cronica come il diabete o l’ipertensione, fino a debellarla del tutto. Questo il sogno di tutti i pazienti e degli oncologi che li hanno in cura.
Se ne parlerà a “Champions Palliative Care”, il convegno sulle cure palliative voluto da Sebastiano Mercadante, primario del reparto di terapia del dolore dell’ospedale La Maddalena di Palermo, che si svolgerà al Mondello Palace Hotel di Palermo dal 16 al 18 aprile. La scuola di Palermo, tra le eccellenze in Europa, e quella di Houston, la più importante del mondo, rappresentata da Eduardo Bruera, si confronteranno in un simposio su tutte le novità terapeutiche che riguardano il dolore oncologico, con particolare attenzione alle sindromi più difficili.
Tra i dieci luminari invitati al congresso sarà presente anche l’oncologo Giampiero Porzio, dirigente medico presso l’Unità operativa di oncologia medica dell’Università dell’Aquila. “Si tratta di un evento importantissimo – sottolinea Porzio a Oggisalute – , un convegno indipendente organizzato da uno dei massimi esperti sulle cure palliative, una persona libera che non risponde a logiche di appartenenza, ma solo di esperienza”.
Con il suo intervento al congresso, l’oncologo abruzzese, proverà ad immaginare quale potrà essere il ruolo delle cure palliative in un prossimo futuro. “Magari tra una ventina d’anni – spiega Porzio – , quando forse sapremo la verità sui tumori, quando ne avremo carpito gli aspetti genetici, biologici e di farmacologia, avremo a che fare con una malattia cronica, con cui si potrà convivere a lungo, un po’ come il diabete o l’ipertensione. Questo avviene già oggi con alcuni tipi di tumore, quindi abbiamo buoni motivi per pensare che fra qualche anno, grazie anche a nuovi farmaci in grado di agire in maniera selettiva e mirata, l’evoluzione della malattia potrà essere bloccata e cronicizzata”.
Ma l’obiettivo finale rimane comunque la completa guarigione. “Questo fortunatamente avviene sempre più spesso – conclude l’oncologo – , anche se i tumori non viaggiano tutti insieme, ma è un dato di fatto che, fortunatamente, abbiamo sempre più a che fare con pazienti guariti o che possono convivere con la malattia per tempi ragionevolmente lunghi”.