Il morbillo fa ancora vittime:
Italia indietro nella vaccinazione
Il 10 e 11 marzo il Ministero della Salute ha ospitato una delegazione composta da funzionari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità impegnati nel Piano globale di eliminazione del morbillo e della rosolia e da componenti della Commissione Regionale Europea di Verifica dell’eliminazione del morbillo e della rosolia.
Lo scopo della visita dell’Oms era di valutare lo stato di avanzamento del processo di eliminazione nel nostro Paese, impegnato in questo programma dal 2003, fornire un supporto per il superamento di eventuali criticità e individuare possibili sinergie per la piena implementazione del Piano.
Gli esperti internazionali si sono incontrati con una delegazione italiana, coordinata dal direttore generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, che ha incluso esperti del Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità, del Consiglio Superiore di Sanità, dell’Agenzia Italiana del Farmaco, delle società scientifiche che hanno collaborato a realizzare un nuovo calendario vaccinale al momento allo studio del Ministero e delle Regioni e della società civile (Lions Club), con il nuovo presidente della Commissione Italiana di Verifica dell’eliminazione del morbillo e della rosolia.
Durante le due giornate il processo di eliminazione è stato affrontato da differenti prospettive allo scopo di far emergere le criticità e individuare possibili soluzioni, chiarire i ruoli e le responsabilità dei vari soggetti coinvolti nel processo stesso, trovare un percorso condiviso e coerente verso l’eliminazione del morbillo e della rosolia.
Nel 2000, su 1,7 milioni di morti infantili dovute a malattie prevenibili con la vaccinazione nel mondo, circa la metà era attribuibile al morbillo, una malattia apparentemente banale, che può causare numerose complicanze, anche serie, come l’encefalite e la panencefalite sclerosante subacuta, fino al decesso. Tuttavia, nonostante l’efficacia e la sicurezza del vaccino contro il morbillo siano continuamente ribadite dalle autorità sanitarie e dalla comunità scientifica, in Italia la copertura vaccinale è ancora lontana dal 95%, valore necessario a garantire il controllo della malattia e la sua successiva eliminazione.
Nell’ultimo anno è ulteriormente scesa, arrivando a poco più dell’88%. Conseguenza di ciò è il mantenimento della circolazione del virus nei non vaccinati, per cui continuano a verificarsi casi (nel 2014 sono stati segnalati 1.674 casi), con aumento dei casi complicati e che necessitano di ricovero ospedaliero (nel 2014, il 29,4% dei casi è stato ricoverato) in quanto la malattia diventa più frequente nei bambini piccoli, ancora non vaccinati o che non hanno completato il ciclo vaccinale, e nei giovani adulti, nei quali la malattia si manifesta con un decorso più lungo e complicato.