Tossicodipendenza e nuove droghe: aumenta il consumo tra i giovani
Secondo i dati presentati dal Dipartimento Dipendenze dell’Asl To2 oltre 9 mila 800 ragazzi su 35 mila nella fascia d’età 15-19, nel 2014, hanno assunto droga. Il numero tiene insieme tutte le tipologie di consumo, dall’una tantum fino ai casi di uso e abuso frequente.
In larga scala, secondo uno studio effettuato dal Dipartimento Politiche Antidroga (Dpa), uno studente su quattro ha sperimentato il consumo di cannabis, mentre uno su 33 ha assunto cocaina nell’ultimo anno. Dati allarmanti dunque, a cui fa dunque da contraltare la necessità di riflessioni che tengano conto di approcci e considerazioni multidimensionali, atte a fornire un inquadramento specifico sul fenomeno, nonché misure di azione preventiva.
Dall’infanzia all’età adulta – L’adolescenza rappresenta una fase di strutturazione del Sé, prevedendo dunque una normale fase di sperimentazione, che attiene alla ricerca di quelli che possano rappresentare i fondamenti per quello che sarà l’assetto della fase adulta. È sovente, dunque, che all’interno dei gruppi di pari l’uso di sostanze rappresenti un vincolo per omogolare il gruppo rispetto ad un unico oggetto di condivisione, in questo caso le sostanze. Inoltre, la trasgressione rappresenta uno degli elementi fondamentali, in quanto l’adolescenza, nella continua ricerca, contempla come presupposto fondante, il superamento dei limiti di legge, imposti nell’infanzia dall’autorità genitoriale.
Perché gli adolescenti si avvicinano all’uso di sostanze? – I fattori causali sono di molteplice natura, motivo per il quale in alcuni l’uso risulta sporadico o talvolta assente, mentre in altri casi si radicalizza fino ad assurgere a vera e propria sintomatologia. Spesso le sostanze rappresentano tentativi di auto-medicazione, sia rispetto ad eventuali patologie psichiche sommerse, che vengono contenute ed alleviate dalla sostanza, fino a diventare una manovra per colmare mancanze, placare malesseri, che non riescono ad esprimersi in altro modo.
Nuove droghe – All’esigenza di uscire da sé, con farmaci capaci di indurre uno stordimento e un annullamento dell’identità personale, il cosiddetto sballo, si è sostituita la necessità di una percezione di sé sempre più intensa. La risposta alle emozioni, attraverso l’uso di psicostimolanti, accompagnano l’introspezione e accentuano le risonanze interne. I farmaci entactogeni, come l’ecstasy e gli analoghi amfetamino-derivati, rispondono all’esigenza della comunicazione interpersonale: uno stato di impoverimento delle comunicazioni, di incapacità ad esporsi alle relazioni, di ansia sociale e di maladattamento.
Cosa fare se ci accorgiamo che nostro figlio assume sostanze? – Orientarsi in certi vissuti di disagio risulta complesso per molti genitori, che alternano spesso comportamenti di negazione ad altri di colpevolizzazione profonda. Risulta fondamentale mettersi in ascolto di ciò che sottende all’uso della sostanza, che spesso rappresenta soltanto il sostrato di profonde realtà che non riescono ad emergere. Garantire un ambiente di “holding”, protetto ma che non vincoli una crescita e libera esplorazione di ciò che lo circonda, è il presupposto affinché il ragazzo possa sperimentare accoglienza.