“Se parto per…”, dal Ministero
un’app per viaggiare in sicurezza
Nell’ambito del Progetto Eessi (Electronic Exchange of social Security Information) finanziato dalla Commissione europea, il Ministero della Salute ha realizzato la Brochure “Mobilità Sanitaria Internazionale” e la app “Se Parto per….” per mobile, due strumenti per rendere più semplice e accessibile l’assistenza sanitaria all’estero.
La Brochure “Mobilità Sanitaria Internazionale” prodotta in 100.000 copie e già distribuita a tutte le Asl spiega come informarsi prima di partire, cosa portare con sé, cosa è Eessi, oltre a presentare la app “Se parto per…”, un’evoluzione per mobile dell’applicazione già disponibile e tra le più consultate nel portale del Ministero della Salute da alcuni anni. Solo una corretta informazione dei cittadini che si spostano all’interno dei Paesi Ue e di qualsiasi altro Paese del mondo può garantire, infatti, il pieno esercizio del diritto di circolazione e di soggiorno, in termini di sicurezza sociale, nei Paesi diversi da quelli di origine.
La app “Se parto per…”, nella versione mobile, è una guida interattiva che permette a tutti gli assistiti (cioè tutti coloro che sono iscritti e a carico del Servizio Sanitario Nazionale – SSN) e a tutti gli operatori sanitari:
· di avere informazioni sul diritto o meno all’assistenza sanitaria durante un soggiorno o la residenza in un qualsiasi Paese del mondo,come ottenere assistenza, a chi rivolgersi e come richiedere eventuali rimborsi
· consultare la Directory pubblica contenente tutte le istituzioni europee coinvolte nell’erogazione dei servizi di sicurezza sociale (non solo per l’assistenza sanitaria) realizzata da Eessi
· consultare direttamente la normativa comunitaria e italiana attualmente vigente, tutto direttamente dal tuo dispositivo mobile, ovunque ti trovi e con la possibilità di salvare le tue ricerche.
L’App può essere scaricata gratuitamente dai market Google play, Apple, Windows.
Applicazione molto utile! Ho sempre pensato a un APP per la conversione nelle diverse lingue comunitarie dei farmaci che risolverebbe una marea di difficoltà per chi rimane senza quando è all’estero. Potrebbe benissimo essere finanziato con fondi europei! SR