Stretta contro i farmaci contraffatti,
Aifa: “Tutelare i cittadini”
A due anni dall’avvio del progetto europeo “Fakeshare” che ha visto l’Agenzia Italiana del Farmaco capofila di una squadra di soggetti pubblici e privati, nazionali e internazionali, impegnati in azioni di intelligence e tutela dei cittadini dai pericoli derivanti dal commercio illegale di farmaci sul web, l’Aifa ha promosso il 24 aprile, all’Hotel Forum di Roma, un evento di confronto su quanto realizzato finora.
Hanno partecipato i rappresentanti del mondo regolatorio dei farmaci europeo e statunitense, delle forze di polizia, dell’industria e dell’università per fare il punto sul fenomeno della contraffazione farmaceutica nel mondo e sulle iniziative messe in atto e da realizzare per arginarlo. Azioni di stimolo sui pazienti perché acquisiscano consapevolezza del problema e strumenti informativi condivisi sono le leve su cui agire.
“Il valore della collaborazione è il presupposto per la promozione di qualsiasi attività di alta innovazione – ha dichiarato il direttore generale dell’Aifa Luca Pani in apertura del convegno – . Se volessimo ricorrere ad alcuni ‘hashtags’, sullo stile di Twitter, per evidenziare i concetti chiave in questo contesto, il primo sarebbe ‘#condivisione’. E’ infatti nella condivisione di buone prassi, esperienze, conoscenze che l’Europa mette in atto il principio di ‘unione’ e che esplica i benefici del fare sistema”.
“Questo è tanto più vero – si legge in un comunicato dell’Aifa – nella lotta a fenomeni criminali che riguardano la salute di tutti: la contraffazione farmaceutica è una minaccia dai confini mutevoli, che si estende a carattere globale Non si tratta più, come si poteva pensare fino a qualche anno fa, di isolati casi di furti improvvisati da piccoli delinquenti. Al contrario, ci troviamo di fronte ad operazioni mirate, commesse ad opera di vere e proprie organizzazioni criminali. All’hashtag ‘#innovazione’ è legato a doppio filo anche quello del ‘#valore economico’ che i farmaci innovativi rivestono e quindi della loro appetibilità per furti e distribuzione illegale. Se consideriamo il costo degli anticorpi monoclonali non è difficile comprendere il perché i farmaci antitumorali siano i più rubati”.
“È per questo che mezzi tecnologici come il database delle farmacie on line, – si legge ancora – realizzato nell’ambito del progetto Fakeshare ed iniziativa unica in Europa nel suo genere, rappresenta un prezioso tassello per coordinare e ottimizzare gli sforzi comuni, altrimenti meno efficaci. Impegno condiviso a tutti i livelli: dalle agenzie regolatorie alle Forze di Polizia; dai distributori alle farmacie; dai medici ai pazienti. Vi deve essere la capacità di fare ‘#network'”.
“‘#Proattività’ è l’ultima parola chiave, ma non meno importante, per sollecitare il processo di conoscenza del problema della contraffazione farmaceutica, – prosegue la nota – così come dispone la nuova legislazione di farmacovigilanza. Questo significa che non bisogna reagire velocemente ad un particolare caso sospetto, bensì agire prima ancora che esso accada. La non efficacia di un farmaco , potenzialmente contraffatto, è un vero e proprio effetto collaterale che deve accendere una spia negli operatori sanitari, ma anche nei cittadini, perché comprendano che si tratta di una prima traccia da cui innescare il processo di intelligence sulla qualità e legalità del prodotto”.