Diagnostica d’avanguardia
per i tumori ematologici
Nasce all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, la nuova Unità di Emolinfopatologia che, con la direzione di Stefano Pileri, si candida a diventare centro di riferimento nazionale per la diagnosi dei tumori del sistema emolinfopoietico: leucemie, linfomi, mielomi. Grazie all’acquisizione di una serie di piattaforme molecolari d’avanguardia, l’Unità sarà infatti in grado di offrire ai pazienti non solo dello Ieo, ma di tutto il Paese, lo studio delle lesioni elementari del genoma, primo passo per una terapia personalizzata.
Stefano Pileri, con 1.065 pubblicazioni scientifiche, è uno dei maggiori esperti internazionali nel settore dell’Ematoncologia. Negli ultimi dieci anni ha dato un forte impulso allo sviluppo della medicina molecolare per ciò che attiene i linfomi e le leucemie. Fra i suoi contributi più importanti figura la partecipazione alla stesura della Classificazione dei Linfomi – Revised European-American Lymphoma (Real) Classification – e della Classificazione dell’Oms dei Tumori del sangue e del tessuto linfatico.
“Per aumentare le potenzialità della medicina molecolare – ha dichiarato Pileri – ho accettato l’invio di trasferirmi all’Istituto Europeo di Oncologia nell’ambito di un nuovo “Programma Ematoncologia”, a cui partecipano figure di rilievo internazionale quali il professor Pier Giuseppe Pelicci, il professor Corrado Tarella, il dottor Francesco Bertolini ed il professor Riccardo Dalla Favera, al momento nella posizione di consulente. Il Programma riunisce un insieme di competenze, che non ha termini di paragone in questo Paese e certamente favorisce lo sviluppo di studi traslazionali e di terapie innovative, che avranno presto una positiva ricaduta sulla salute del Paziente onco-ematologico”.
Fra i primi passi di Pileri, l’adozione di tecnologie del tutto innovative che permettono di applicare in modo affidabile gli studi di espressione genica e il sequenziamento del genoma al materiale istologico di routine. In termini pratici, questo significa rendere accessibile a tutti i pazienti, anche provenienti da ospedali periferici, la possibilità di una cura mirata, studiata sulla base delle caratteristiche genetiche individuali. Un vantaggio che al momento è riservato al ristretto numero di casi in cui si dispone di materiale istologico congelato.
“La diagnosi molecolare – conclude Pileri – fa la differenza nella cura dei tumori ematologici. Uno studio del National Comprehensive Network degli Stati Uniti ha dimostrato che la centralizzazione del materiale bioptico, vale a dire del materiale istologico, presso strutture con ampia esperienza – sia casistica che interpretativa- e dotate di tecnologie ad alta resa può migliorare la diagnosi in oltre il 40% dei casi. Una diagnosi più accurata ha ricadute in termini di opportunità di guarigione perché permette una terapia personalizzata, meno tossica e più efficace”.