Vaccini e autismo, un nuovo studio smentisce correlazione
Numerosissimi studi, da 15 anni a questa parte, hanno dimostrato la mancanza di correlazione fra i vaccini trivalente morbillo-parotite-rosolia e i disturbi dello spettro autistico. A convalidare questa tesi un nuovo studio, che smentisce ancora una volta il rapporto fra immunizzazione e questa patologia.
L’indagine, condotta su ben 95.000 bambini, tutti con fratelli più grandi, alcuni dei quali autistici, ha accertato che il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia non è associato a un aumento del rischio di disturbi dell’autismo. A pubblicare il lavoro, finanziato dal National Institute of Mental Health, dai National Institutes of Health e dal U.S. Department of Health and Human Services, è la rivista ‘Jama’, a firma di esperti del Lewin Group.
Da dove trae origine questa correlazione? L’ipotesi è stata sollevata verso la fine degli anni Novanta, quando il gastroenterologo inglese Wakefield e colleghi pubblicarono su Lancet un articolo intitolato “Ileal lymphoid-nodular hyperplasia, nonspecific colitis, and pervasive developmental disorder in children”. Nell’articolo, gli autori sostenevano che il vaccino MPR potesse causare infiammazione intestinale con aumento di permeabilità della barriera intestinale, il passaggio in circolo di sostanze tossiche per l’encefalo e il conseguente sviluppo di autismo.
La revisione degli studi clinici ed epidemiologici esistenti ha portato a concludere che le evidenze disponibili respingono l’ipotesi di una relazione causale tra vaccinazione MPR e autismo. Inoltre, i meccanismi ipotizzati per spiegare come il vaccino MPR possa determinare l’insorgenza di una sindrome autistica sono solo teorici e non supportati da evidenze scientifiche. Paradossalmente, uno studio americano del 2011 ha dimostrato come la vaccinazione contro la rosolia (di solito somministrata come MPR) abbia evitato nel periodo 2001-2010 centinaia e forse migliaia di casi di disturbi dello spettro autistico associati alla sindrome da rosolia congenita.
Da aggiungere, a riprova dell’inattendibilità di queste ricerche, che gli autori dello studio di Wakefield hanno firmato una dichiarazione con cui hanno ritirato le conclusioni del loro lavoro.
Purtroppo, nonostante le evidenze scientifiche a riprova delle sicurezze dei vaccini, è un quadro allarmante quello che emerge dai dati del Ministero della Salute relativi al 2013 e pubblicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss), che evidenziano come le coperture vaccinali nazionali raggiungono il livello più basso degli ultimi 10 anni. In calo sono tutte le vaccinazioni ed in particolare il morbillo, nonostante il 2015 sia il termine ultimo fissato dall’Oms per eliminare questa malattia in Europa.
Un quadro allarmante per la sicurezza dei nostri bambini, e per il rischio di contagio che potrebbe riportare alla luce malattie debellate ormai da tempo. Far vaccinare i nostri figli rappresenta dunque non soltanto una garanzia per la loro sicurezza, ma anche un dovere morale e civile per il nostro Paese e per la tutela degli altri individui.