Cioccolato, curcuma, betulina:
alimenti che agiscono come farmaci
La nutraceutica è in continua crescita e molte delle sostanze di origine naturale testate in recenti studi hanno ottenuto ottimi risultati sia in Italia che all’estero. Per verificare l’efficacia di questi prodotti, proprio come si fa per i farmaci di sintesi, sono state condotte ricerche che ne hanno scientificamente dimostrato l’azione su diverse patologie, dall’ambito cardiovascolare alla neurologia. Per fare il punto sui traguardi raggiunti dalla nutraceutica negli ultimi anni, la Società scientifica Sinut ha organizzato un importante workshop nell’ambito del suo V Congresso Nazionale, ospitato al Padiglione Italia dell’Expo di Milano. In alcune patologie sono stati ottenuti i risultati sorprendenti.
Nell’ipertensione. L’attenzione dei ricercatori si focalizza su alcuni prodotti che hanno destato grande interesse nel pubblico. Il primo fra questi è il cioccolato amaro. Da oltre 10 anni (vanno ricordati studi in particolare italiani) il cioccolato amaro è noto come un potente prodotto per la pressione alta. Il motivo è la presenza di molecole note come “flavanoli” nel cioccolato amaro. I flavanoli dilatano le arterie e riducono la pressione, come dimostrato dal professor Howard Sesso di Harvard, coordinatore di un grande studio americano che per 4 anni ha seguito 18.000 persone ad altro rischio vascolare di entrambi i sessi che consumavano flavanoli del cioccolato.
Nell’autismo. Si tratta probabilmente del più grave problema sanitario a livello di popolazione. Oggi nasce un autistico ogni 68 nascite, con un’incidenza quasi doppia per i nati da parto cesareo. Fatalmente si avranno migliaia di nuovi autistici nel 2015. L’osservazione della maggiore frequenza di autismo dopo cesareo ha suggerito che una causa possa essere un alterato microbioma nel neonato. La madre trasmette infatti parte dei propri batteri intestinali alla nascita in corso di parto naturale. Si possono sostituire quelli carenti al neonato, con vantaggio? Sono già in corso indagini soprattutto in Israele e in USA nel tentativo di modificare la flora intestinale dei neonati a rischio di autismo. Ma la sorpresa è venuta da Harvard. Un gruppo di ricercatori ha saggiato in adulti autistici il sulforafano , un componente di numerosi vegetali nell’alimentazione umana. I risultati sono stati sorprendenti. Quasi tutti hanno avuto un’ottima risposta comportamentale al sulforafano. In alcuni (circa il 10%), il comportamento si è quasi del tutto normalizzato.
Nell’Alzheimer. gli scarsi risultati delle terapie anti-betaamiloide (l’ipotetica causa di questa malattia) ha stimolato a nuove idee. Il caprilidene stimola il consumo di zucchero nel cervello e in numerosi casi migliora la funzione cerebrale. Sorprendente è il caso della melatonina, impiegata per il jet-lag nei viaggiatori. Sembra invece efficace in un sintomo assai fastidioso dell’Alzheimer: l’alterato sonno-veglia (si dorme di giorno e si cammina per la casa di notte). Con la melatonina questo fenomeno si riduce drammaticamente e, sorprendentemente, si ha anche una migliore funzione cerebrale. Ma la molecola nutraceutica più gettonata è la curcumina. Derivata dalla curcuma, componente base del curry. Dove si consuma curry l’Alzheimer è raro. Ma il meccanismo è tutt’altro che chiaro anche se la curcumina ha raggiunto migliaia di pubblicazioni di prestigio che includono il cancro, l’arteriosclerosi avanzata ed altre. Il problema è che la curcumina si assorbe poco: il prof. Giovanni Scapagnini presenta al workshop alcuni dati che dimostrano come questo trattamento contro il morbo di Alzheimer sia sempre più promettente.
Nell’obesità. In Europa è disponibile un singolo farmaco, che agisce a livello dell’intestino con importanti effetti secondari. Nuove molecole come la betulina, estratta dalle betulle e proveniente dalla Russia hanno dimostrato di migliorare la dinamica del tessuto adiposo, facendo perdere peso, ma senza gli effetti stimolanti cerebrali dei classici dimagranti. Analogo è il caso del DNJ, tratto dalle more, leader attuale tra i nutraceutici nel Nord Europa, che invece agisce alterando l’assorbimento degli zuccheri e soprattutto la risposta a questi ultimi da parte dell’insulina, che porta ad aumento di peso. Ancora, la berberina, prodotto impiegato per abbassare il colesterolo ma con una importante attività anche nella formazione del grasso.
Nelle patologie oculari. Il professor Gianluca Scuderi di Roma ha portato gli ultimi dati sull’utilizzo di nutraceutici in alcune malattie degli occhi, che includono sia la degenerazione maculare che patologie meno gravi – ma assolutamente da non trascurare – come il glaucoma. Sostanze come l’astaxantina, la luteina ed altri prodotti pigmentati sono efficacissimi nel prevenire le complicanze della degenerazione maculare. Si è concluso in USA lo studio AREDS, che ha fornito conferme molto convincenti sull’utilità di questi prodotti.
Nello sport. I farmaci sono vietati allo sportivo, ma i nutraceutici possono esercitare importanti effetti. Il succo di barbabietola, utilizzato ampiamente in Inghilterra per abbassare la pressione, migliora molto il flusso arterioso alle gambe e può essere un significativo fattore di miglioramento negli sforzi prolungati. La lamentela dello sportivo della domenica è spesso il “dolore muscolare” che può associarsi anche ad aumento nel sangue dell’enzima muscolare CPK. In questo caso è attiva la creatina, che consente al maratoneta domenicale di tornare al lavoro il lunedì. La creatina è integratore alimentare di ampio impiego con indicazioni importanti anche in cardiologia e in reumatologia.