Uomini poco attenti alla salute,
al via progetto per la prevenzione
Otto italiani su dieci non si sono mai fatti visitare da un urologo. Il 95% di loro dichiara di “non avere problemi” e di “essere ancora giovane”. Non solo, gli uomini vanno poco negli ambulatori, si vaccinano meno delle donne, utilizzano i farmaci in misura minore. Il risultato? I maschi si presentano dal medico quasi sempre con disturbi in fase avanzata, trascurati per settimane o mesi, talvolta per anni. Varicocele, patologie sessualmente trasmesse, prostatiti, tumori urogenitali: sono tutte malattie in forte aumento, che possono essere efficacemente prevenute e affrontate con successo quanto più la diagnosi è precoce.
Per questo nasce Sam, il primo progetto di Fondazione Veronesi per “la salute al maschile”, promosso in collaborazione con gli urologi italiani, presentato oggi a Milano. “Sappiamo che in Italia meno del 5% dei ragazzi sotto i 20 anni ha fatto una visita dall’urologo, mentre più del 40% delle loro coetanee è stata almeno una volta dal ginecologo. Le donne per prime hanno capito che scoprire una malattia in fase precoce può fare la differenza – sottolinea Umberto Veronesi –. Ecco perchè è il momento di agire, con un progetto importante, unico nel suo genere, mai realizzato nel nostro Paese. Un progetto – prosegue Veronesi – che vuole portare una nuova cultura della prevenzione anche negli uomini e sostenere concretamente la ricerca scientifica in questo campo”. I numeri, del resto, parlano chiaro, come confermato anche da un sondaggio online promosso per Sam sui siti di Sky Sport HD e “Il ritratto della salute” su oltre 20 mila italiani: uno su quattro fuma regolarmente, solo il 35% segue un’alimentazione equilibrata e nella stragrande maggioranza vanno dal medico “solo se è urgente e sto molto male” (66%).
La campagna prevede una raccolta fondi per finanziare almeno 10 borse di ricerca sui principali tumori uro-genitali, attività di divulgazione e sensibilizzazione riferite a tutte le età, dall’adolescenza alla maturità. Con la diffusione di opuscoli, incontri nelle scuole e nelle università, nei centri della terza età, l’utilizzo di testimonial del mondo dello spettacolo e dello sport. A novembre verrà poi organizzata una giornata di porte aperte negli ambulatori degli urologi di tutta Italia, attraverso un accordo con le società scientifiche Auro e Siuro.
“Abbiamo accolto con grande entusiasmo l’invito del professor Veronesi ad aderire a questa campagna: oggi si registra un aumento preoccupante delle patologie maschili della sfera riproduttiva e sessuale –. afferma Michele Gallucci, presidente nazionale dell’Auro (Associazione Urologi italiani) –. Si va dal varicocele, che riguarda circa un ragazzo su quattro dai 15 ai 25 anni di età, alle sempre più frequenti malattie sessualmente trasmissibili; dalla prostatite, che interessa circa un maschio su quattro sopra i 65 anni, all’ipertrofia prostatica benigna, l’aumento di volume della ghiandola che può verificarsi in tutti gli uomini, già a partire dai 35 anni, che può dare problemi con l’avanzare dell’età. Patologie – spiega Gallucci –, dovute, nella maggior parte dei casi, a stili di vita sbagliati. Se trascurate, possono minare la qualità di vita con conseguenza importanti come l’impotenza e l’infertilità. Per questi motivi la prevenzione è fondamentale fin da una giovane età”.
“I tumori dell’apparato riproduttivo maschile sono molto sensibili allo stile di vita, eppure, come dimostra il sondaggio, ancora il 15% degli uomini ritiene che cambiare le proprie abitudini non prevenga le neoplasie –. aggiunge Giario Conti, presidente nazionale della Siuro (Società scientifica di uro-oncologia) –. Ogni anno in Italia sono oltre 36.000 gli uomini ai quali viene diagnosticato un tumore alla prostata, 2.200 sono invece le diagnosi per quello al testicolo tra gli under40 e quasi 21.000 quelle del carcinoma alla vescica. Per questo si rendono indispensabili controllo annuali, già a partire dai 40 anni. Chi ha familiarità per questo tumore o chi ha sintomi e disturbi della minzione importanti dovrebbe, inoltre, rivolgersi allo specialista per poter elaborare la giusta strategia di intervento. Grazie ad una diagnosi precoce e mirata, le prospettive di guarigione per queste neoplasie a 5 anni dalla diagnosi superano l’80%”.
L’obiettivo di Sam, insomma, è “allineare gli uomini alle donne” a vantaggio della loro salute. “Va colmata una lacuna: – prosegue Conti – scaduta l’epoca pediatrica, una visita della pubertà è consigliata per verificare che non esistano problemi di sviluppo degli organi sessuali maschili. Verso i 18 anni bisognerebbe controllare che lo sviluppo sia completo, che non compaiano alterazioni del pene e che non ci siano segni di tumore al testicolo, malattia che colpisce più frequentemente i giovani maschi. Dall’adolescenza in poi, gli uomini dovrebbero imparare sia e evitare stili di vita nocivi per la vita sessuale e riproduttiva (alimentazione non equilibrata, sovrappeso, fumo, abuso di alcolici, uso di sostanze dopanti) sia a eseguire l’autopalpazione tenere sotto controllo la salute degli organi genitali”.
“La ricerca ha portato a notevoli progressi nella cure e nel trattamento dei tumori maschili – ricorda Umberto Veronesi –. Oggi sempre più spesso la scelta terapeutica spetta proprio ai pazienti, in un rapporto di stretta alleanza con il medico. Non esiste una cura universalmente valida, ma diverse strategie efficaci e personalizzabili in base alla malattia e alla persona”.
“Per questo – conclude Monica Ramaioli, direttore generale della Fondazione Veronesi –, continueremo a sostenere la ricerca, supportando i medici e ricercatori che lavorano per trovare nuovi metodi di diagnosi precoce e nuove combinazioni terapeutiche per i tumori maschili. Abbiamo già finanziato 3 borse di ricerca del valore annuale di 30.000 euro per lo sviluppo di nuove cure contro il cancro alla prostata e alla vescica. Il nostro obiettivo è riuscire a fare di più”.