Ipertensione, intervento “brucia-arterie” eseguito su bimba di 6 anni
Per la prima volta al mondo è stato eseguito un intervento “brucia-arterie” su una bimba di 6 anni per far diminuire la pressione arteriosa. L’operazione è stata condotta dall’equipe dell’ospedale Gaslini di Genova, coordinata dal neuroradiologo Carlo Gandolfo.
Sulla piccola paziente, affetta dalla sindrome di Turner, con grave ipertensione e già un episodio di ictus, è stata eseguita la denervazione renale, ovvero un intervento mini-invasivo molto delicato. “Si fa solo un piccolo buchino all’inguine, – scrive il dottor Ganfolfo sul blog del Gaslini – e con strumenti millimetrici si raggiungono le arterie renali dove si effettuano delle ‘bruciature’ che servono a ‘sconnettere’ il sistema nervoso del rene dal sistema nervoso centrale, provocando un calo della pressione”.
“In termini più tecnici, – prosegue il neuroradiologo – la procedura endovascolare, che prevede l’approccio transfemorale, si svolge posizionando un elettrodo all’interno delle arterie renali e facendolo aderire in diversi punti dello strato più interno (‘intima’) della parete arteriosa; l’elettrodo, collegato a un generatore di corrente esterno, provoca il riscaldamento delle pareti con bruciatura e inattivazione delle fibre simpatiche del sistema nervoso autonomo che condizionano normalmente lo stato di tensione delle arterie stesse. In questo modo si determina un calo progressivo della pressione arteriosa sistemica”.
“Questa procedura a volte assume le caratteristiche di tecnica ‘salvavita’ – spiega, inoltre, l’esperto – in quanto nessun’altra opzione terapeutica è percorribile e i molti farmaci non bastano da soli a controllare i valori pressori riportandoli a valori compatibili con la vita. Oggigiorno è diffusamente eseguita nella popolazione adulta e difatti tutti i dispositivi tecnici finora disponibili sul mercato sono stati sviluppati dalle aziende biomedicali assecondando le caratteristiche antropometriche di tale popolazione”.